Il giorno dopo l’incontro di Helsinki tra due presidenti, Trump e Putin, che mirano a disintegrare il multilateralismo, pochi giorni dopo il violento attacco del presidente Usa alla Ue, “tra i maggiori nemici” di Washington, l’Unione europea e il Giappone rispondono con la firma dell’accordo di libero scambio che riguarda 600 milioni di persone, una partnership commerciale rafforzata da una partnership strategica. E’ il più grosso accordo mai firmato dalla Ue. Per la prima volta in un testo di partenariato commerciale c’è un riferimento specifico al rispetto del Trattato di Parigi sul cambiamento climatico. Per gli europei, la firma a Tokyo ieri è stata l’occasione per rispondere a distanza agli attacchi di Trump e difendere il “dolce commercio”.

Un “momento storico” per il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, “una tappa decisiva del commercio mondiale, per l’avvenire di scambi liberi e equi”.  Per Juncker, “portiamo la prova che siamo più forti e più prosperi quando lavoriamo mano nella mano, mostrando che il commercio non si riassume a diritti doganali o a ostacoli”, come pensa Trump, ma “è questione di valori, di principi, di ricerca di una soluzione win-win per tutti”. Il presidente della Commissione ha concluso: “per cio’ che ci riguarda, pensiamo che il protezionismo non offra nessuna protezione e che l’unità cede dove regna l’unilateralismo”. Ancora più diretto, Donald Tusk, presidente del Consiglio Ue: “inviamo un messaggio chiaro contro il protezionismo, l’accordo Ue-Giappone è una luce nel buio crescente della politica internazionale”. Nella stessa direzione, Cecilia Malmström, commissaria al Commercio: “inviamo al mondo un segnale forte, cioè che due delle più forti economie continuano a credere nel libero scambio e si oppongono sia all’unilateralismo che al protezionismo”.

Ue e Giappone affermano di difendere “l’ordine mondiale fondato su regole, multilateralismo, democrazia, non proliferazione nucleare” con la partnership strategica. Questo secondo accordo comprende un capitolo sulla protezione dei dati, che stabilisce il riconoscimento reciproco dei due sistemi, con un’integrazione in Giappone dei principi del Regolamento generale sulla protezione dei dati personali, entrato in vigore da poco nella Ue. Nell’incontro di Tokyo, Ue e Giappone hanno discusso anche di questioni internazionali: in particolare, dell’accordo sul nucleare iraniano, che entrambi difendono e che Trump vuole azzerare, penalizzando negli Usa le imprese che hanno relazioni con l’Iran. L’accordo commerciale prevede la soppressione di più di un miliardo di dazi negli scambi tra Ue e Giappone. In particolare, con questa intesa, il Giappone, finora molto chiuso, si apre all’import di prodotti agricoli europei (c’è il riconoscimento di più di 200 denominazioni di origine controllata), in cambio l’Europa abbassa le tariffe doganali sulle auto giapponesi e la componentistica.

A fine mese, Juncker sarà ricevuto da Trump a Washington. Il fronte occidentale è ormai spaccato, con grande soddisfazione di Putin, tra distruttori della regolazione che credono solo nei rapporti di forza e i difensori del multilateralismo. La Ue è spinta a cercare un’intesa con la Cina, anche se pure l’Europa ha problemi con l’aggressiva politica commerciale di Pechino.