Una nuova bomba a orologeria si è riattivata alla vigilia del Consiglio europeo di ieri, l’ultimo dell’anno, che già minacciava di essere un campo minato, con due potenti convitati di pietra – Trump e Putin – al vertice tra i capi di stato e di governo dei 28 (alla cena conclusiva ridotti a 27, senza la Gran Bretagna, con il Brexit nel menu): il ritorno della crisi greca. Ieri, François Hollande ha espresso contrarietà alla sospensione delle misure di alleggerimento del debito greco, decise la vigilia dall’Eurogruppo, a causa di un capriccio del tedesco Wolfgang Schäuble, che non ha potuto digerire l’annuncio di Alexis Tsipras sul ritorno della tredicesima per le pensioni minime e il rimando del rialzo dell’Iva nelle isole impegnate nell’accoglienza dei migranti. In mattinata, il gruppo S&D ha chiesto al presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, un “incontro d’urgenza” con tutti i gruppi dell’Europarlamento sull’ “inaccettabile decisione”: diciamo “basta a Schäuble, faccia prova di un minimo di senso politico e anche solo di umanità”. Anche il commissario Pierre Moscovici ha preso chiaramente le distanze a nome della Commissione: “coloro che vogliono la sospensione delle misure di breve termine devono assumersene la responsabilità”. Sull’economia, nel pomeriggio il Consiglio ha accolto un intervento di Mario Draghi.

A cena il menu è stato il Brexit tra 27 convitati, Theresa May era esclusa. Il francese Michel Barnier è stato confermato “negoziatore capo” per la Ue. Per il momento, i 27 mantengono un fronte unito nei confronti di Londra, anche se c’è già qualche incrinatura, con l’esclusione del Parlamento europeo dal cuore delle discussioni con la Gran Bretagna, portate avanti da Commissione e Consiglio. La posizione che i 27 promettono di tenere è un “no” a negoziati parziali (sui vari aspetti del divorzio) prima che venga attivato l’articolo 50. Ma Barnier fa valere che sarà necessario un accordo di transizione con Londra, perché i negoziati saranno lunghi e difficili, destinati probabilmente a durare più dei due anni previsti. Ulteriore problema: Theresa May vuole attivare l’articolo 50 a marzo, cioè in piena campagna elettorale francese, la mossa è vista come una perfidia per approfittare di un indebolimento del governo francese sotto i colpi della campagna anti-Ue di Marine Le Pen. Ma per il momento il Brexit è ancora soltanto una bomba a orologeria.

Invece, le mine siriana e russa stanno esplodendo. Il “sindaco” di Aleppo Est, Brita Hagi Hasan, è stato ricevuto al Consiglio per volontà della Francia. Hollande ha voluto “sensibilizzare i dirigenti europei sulla situazione della seconda città siriana”. Il “sindaco” (presidente del consiglio locale di Aleppo Est) ha chiesto agli europei “un’ultima cosa: salvare cosa resta delle nostre vite, donne e bambini, aprendo un corridoio umanitario”, che venga rispettato. Per farlo, l’interlocutore è la Russia, da cui dipende Assad. Ma con la Russia c’è la questione ucraina, non ancora risolta. Martin Schulz, per il Parlamento europeo, ha chiesto che le sanzioni contro Mosca, prese nel 2014 dopo l’annessione della Crimea, “siano prolungate fino a quando gli accordi di Minsk non saranno completamente applicati”. Stessa posizione di Hollande, d’accordo con Angela Merkel: le sanzioni sono state prolungate per sei mesi. Hollande pensa pero’ alla Siria, “la Russia prende impegni umanitari ma poi non li rispetta”. Ma non ci saranno nuove sanzioni, aveva già avvertito Federica Mogherini lunedi’: “non c’è nessuno stato membro che chieda ulteriori sanzioni” a causa della Siria, aveva tagliato corto Mrs.Pesc. Di fronte a Putin (e anche con la prospettiva dell’incognita Trump), Francia e Germania insistono sulla necessità di strutturare una difesa europea efficiente. Hanno quindi chiesto ai paesi Ue di aumentare le spese militari. Nella matassa delle tensioni con la Russia, c’è la posizione dell’Ucraina rispetto alla Ue: l’Olanda, con un referendum, ha respinto l’accordo di associazione con Kiev. Il Consiglio ha rassicurato Amsterdam sul fatto che “associazione” non significa “primo passo per l’adesione” dell’Ucraina alla Ue, gli olandesi hanno ottenuto delle garanzie e il testo rivisto dopo il referendum negativo dovrebbe passare ora al parlamento, con il solito ricorso a un sistema democraticamente zoppicante. Galieo, il concorrente europeo del Gps, più avanzato entrato ieri ufficialmente in funzione (anche se bisognerà aspettare il 2020 per una generalizzazione), è una buona notizia che è passata inosservata.