Ieri il presidente ucraino ha proclamato un cessate il fuoco unilaterale, una tregua di una settimana (chi non deporrà le armi «verrà eliminato») e ha anticipato i 14 punti della road map che dovrebbe porre fino al conflitto in corso. I ribelli hanno fatto sapere che non deporranno le armi finché non ci sarà il ritiro delle truppe governative. Mosca si è detta contraria: più che un cessate il fuoco, hanno detto al Cremlino, sembra un ultimatum.

La presentazione dei punti di pace – in programma ieri – è stata rinviata, ma i dettagli sono stati confermati dopo una telefonata tra il presidente ucraino e Putin. Cessazione unilaterale dei combattimenti, corridoi di fuga per i mercenari, amnistia per i «separatisti» che non si siano macchiati di crimini gravi, più autonomia alle regioni orientali, «decentramento del potere e la protezione della lingua russa», la creazione di una zona cuscinetto di dieci chilometri sul confine russo-ucraino ed elezioni locali e parlamentari anticipate. Il presidente ucraino ha inoltre annunciato l’intenzione di introdurre un cessate il fuoco unilaterale da parte delle forze governative prima dell’attuazione del piano di pace.

Se sono chiari i punti, i dubbi riguardano le modalità con le quali sarà possibile o meno pacificare il Paese. La telefonata tra i due presidenti dovrebbe lasciare intendere che Mosca sia concorde sui punti e in grado di spendersi presso i ribelli dell’est affinché l’accordo sia rispettato.

Nella bozza di piano infatti, secondo quanto trapela, non ci sarebbe il vero punto d’incontro tra Kiev e Mosca, quello determinante per la riuscita della de-escalation: l’Ucraina firmerà il prossimo 27 giugno l’accordo di associazione con l’Unione europea, ma di aderire alla Nato non se ne parla. Per entrambe le parti, data l’attuale situazione, potrebbe essere un compromesso accettabile. La scelta di firmare il trattato di associazione con l’Europa non negherebbe quindi a Poroshenko di sfruttare anche la sponda russa, specie se Putin concorda con il modus operandi del businessman considerato un «insider» dagli Stati uniti, ma capace di trattare anche con la controparte russa.

A conferma della cooperazione tra Mosca e Kiev, ieri è arrivata la telefonata tra il ministro degli Esteri russo Lavrov e il suo omologo ucraino Klimkin.

Giubilo anche dall’Unione europea. Per arrivare a una situazione più pacifica i leader Ue hanno fatto ben poco, ma sono sempre pronti a salutare con entusiasmo le attività di altri, nel momento in cui risultino convincenti. Tutti colgano l’opportunità del «piano di pace, la violenza deve terminare», ha detto il presidente della Commissione Ue Barroso. La cancelliera Merkel, la meno propensa alle sanzioni contro Putin, ha auspicato «che ci sia in Ucraina una tregua», con un atteggiamento «positivo e costruttivo da parte di Mosca». Lo ha detto a Berlino, in conferenza stampa con il premier dell’Estonia Taavi Roivas, accennando alle «preoccupazioni dei Paesi Baltici e dell’Estonia» e sottolineando che sono parte della Nato.

Un riferimento che di sicuro non farà piacere a Mosca, che ad ora non ha replicato. Tutto sembra procedere verso una distensione, almeno a parole. Perché la realtà racconta ancora di una guerra in corso.
Ieri Kiev ha denunciato nuovi movimenti di truppe russe ai confini. Secondo alcune testimonianze, raccolte anche dalla Bbc, le truppe russe in alcuni casi avrebbero addirittura superato il confine e sarebbero entrate in Ucraina. Mosca ha negato, sostenendo che i movimenti sarebbero semplicemente normali misure di sicurezza, dati i posti di frontiera ballerini, che di giorno in giorno cambiano guardiani, ora ucraini, ora filorussi.

E se non bastasse questa diatriba sui movimenti di truppe, nelle regioni orientali pare che il piano di pace non sia stato preso molto sul serio.

Ieri almeno 12 soldati ucraini sarebbero rimasti uccisi e 25 quelli feriti nei combattimenti in corso nella zona di Krasni Liman, vicino alla roccaforte separatista di Sloviansk. Lo ha comunicato l’agenzia Interfax citando un portavoce del comando di difesa nazionale della regione di Dnipropetrovsk.