Mentre alle celebrazioni del settantesimio anniversario dello sbarco in Normandia, si cercava faticosamente di trovare una via di uscita alla crisi ucraina, promettendo nuovi incontri e la fine di quello che ormai e a tutti gli effetti è un conflitto sanguinoso e terribile, nelle regioni orientali del paese la guerra non è certo finito. La città di Sloviansk è stata attaccata con violenza dall’esercito ucraino e risulta senza energia elettrica a seguito dei bombardamenti.

La situazione peggiora ogni giorno. Come già anticipato nei giorni scorsi, ieri l’Ucraina ha ufficializzato di aver chiuso in totale otto posti di frontiera con la Russia, nella regione di Lugansk e Donetsk, «per ridurre i rischi di sicurezza per la popolazione locale». Nell’intento di Kiev c’è la speranza di evitare che i filorussi possano ottenere sostegno in armi e uomini da Mosca, che a sua volta risponde sostenendo che in questo modo si eliminerebbe la possibilità di aprire dei corridoio umanitari. nei giorni scorsi la Russia ha denunciato la fuga di profughi e situazioni disperate che necessiterebbero aiuto.

Fra i posti di frontiera chiusi vi è quello di Marynivka nella regione di Donetsk, dove cinque guardie di confine sono rimaste ferite in uno scontro a fuoco con gli insorti.

L’autorità ucraina per il confine ha riferito ieri che gli scontri sarebbero cessati, senza precisare il numero di vittime tra i ribelli. Secondo il bollettino, sarebbero stati anche distrutti tre camion e un mezzo corazzato dei separatisti. Il servizio russo di confine, che ha una postazione a soli tre chilometri di distanza, ha confermato gli scontri al posto di frontiera, riferendo che jet ucraini Su-25 hanno attaccato gli insorti.

E nella serata di ieri, è arrivata la notizia di un aereo militare ucraino da ricognizione che sarebbe stato abbattuto dai filorussi nell’Ucraina orientale con un razzo. Lo hanno riferito tanto i media ucraini quanto quelli russi. Il velivolo, un Antonov-30, secondo quanto scrivono su Twitter dei testimoni oculari citati dall’agenzia Unian, sarebbe stato colpito nei pressi di Sloviansk, e secondo lifenews.ru sarebbe caduto tra Nikolaevka e Krasni Liman. I due piloti sarebbero riusciti a catapultarsi fuori dall’aereo. I separatisti hanno confermato l’abbattimento del velivolo.

Nella serata di ieri sono giunte anche le reazioni di Putin ai colloqui avuti in Normandia. Il presidente russo avrebbe espresso «soddisfazione» per gli incontri avuti con i leader occidentali.

Positiva l’impressione anche per quanto riguarda l’incontro avuto con il neo presidente ucraino Poroshenko, con cui – riferiscono le agenzie russe – «ha parlato brevemente in merito alla necessità di porre fine allo spargimento di sangue nell’est del Paese». Putin ha poi affermato che la Russia si aspetta di ripristinare i contatti con la Commissione europea.

Non è mancato un riferimento alla questione energetica legata al gas. al riguardo Putin ha ribadito che Mosca è pronta a trovare un accordo con l’Ucraina sulla questione delle forniture di gas, se Kiev salderà i suoi debiti, elogiando la «posizione costruttiva» della Commissione europea sulla vicenda.

La sensazione è che gli incontri avvenuti a Parigi in occasione del G7, da cui la Russia era esclusa, ma non sono mancati gli incontri bilaterali, e quelli per la celebrazione del D-Day, possano aprire nuovi spiragli per una soluzione della crisi ucraina. Rimane la realtà dei fatti, contraddistinta da una volontà di entrambe le parti, Kiev e i filorussi, di non fermarsi fino al totale annientamente dell’avversario, con il risultato di un conflitto che comincia a contare numerose vittime tra civili e caratterizzato da macabri eventi come quello di Odessa o come il bombardamente su Lugansk, su cui né l’Unione europea né il governo di Majdan sembrano intenzionati a indagare.