Besson, Bresson, DeMille, Dreyer, Dumont, Rivette, Rossellini, ma sono solo i più significativi… Tra muto e sonoro, della personalità storica Giovanna d’Arco, del suo potenziale simbolico, dell’iperbole dei suoi «adattamenti» figurativi è attraversata ad oggi l’intera storia del cinema, e la Storia in generale, se anche la Germania degli anni Trenta del secolo scorso, nella sua nefasta prospettiva politica se ne appropriò disinvoltamente, con la «Das Madchen Johanna» (1935) di Gustav Ucicky (austriaco figlio di Klimt, collaboratore di Michael Curtiz prima dell’esilio di quest’ultimo negli Stati Uniti, e poi stabile regista di fede hitleriana). Al termine della Guerra dei Cento Anni, la Francia si ritrova nella disfatta rispetto all’aggressore inglese, con la sola eccezione della resistente Orleans: alla giovanissima Jeanne – che ha assorbito in sé la voce dell’Arcangelo – spetta l’incarico di coinvolgere il delfino Charles nell’impresa di cacciare via l’invasore e liberare la Francia. Il primo film sonoro sulla pulzella di Domremy è anche quello più tristemente noto come «Jeanne et Goebbels» (H. Steinberg): Artus Films lo restaura in una edizione dvd/bluray corredata da un diaporama di manifesti e foto più un libro di 80 pagine curato da David Didelot, «J’ai nom Jeanne la pucelle». La leggendaria sfida all’O.K. Corral – cristallizzata da Hollywood nell’arco di più decenni, dal Ford di «My Darling Clementine »fino a «Tombstone» di Cosmatos e «Wyatt Earp» di Kasdan – ritorna al centro della mitologia USA nella trasfigurazione documentaria di «And With Him Came the West», del filmaker Mike Plante, deciso a rafforzare in un nodo inscindibile il legame tra lo sceriffo dei due secoli (1848-1929) e l’evoluzione del mezzo filmico che ne amplierà l’oggettiva figura storica (da Muybridge all’affermarsi del sonoro).

Esigenza, per non dire necessità, di rispondere alle ossessioni dell’immaginario, per Plante, cresciuto in Colorado e nutrito di libri, pellicole e visite nei luoghi fantasma, tutto l’armamentario possibile del «tornare per rivivere» il vecchio West. La volontà di Earp di annullare quei trenta secondi di sparatoria dai quali uscì miracolosamente illeso, per guardare al potere di dilatazione temporale del cinema, è il fulcro della non-fiction di «And With Him Came the West», presente sulla piattaforma indie GrasshopperFilm. La decaduta contessa Giulia Sanfelice costringe per convenienza la morigerata figliola Erminia a convolare a nozze con l’aitante e volgare commerciante di carni Antonio, ottenendo per immediato risultato il rifiuto della ragazza a sottostare all’uomo, già dalla prima notte di nozze, scappando via in città per scoprire nuove problematiche del desiderio e lasciando la madre a risvegliare la sopita libido, naturalmente grazie all’ingombrante presenza del virilissimo genero. Ingiustamente dimenticato, «Quando l’amore è sensualità» (1973) di Vittorio De Sisti trascina nel suo convenzionale percorso di commedia erotica provinciale-pop un pugno di godibili curiosità a latere: a casa di Angela (Ewa Aulin), sorella della protagonista Agostina Belli, si ascolta svagati il Morricone classico del western leoniano – in un amabile cortocircuito con quello (il «Morricone Segreto» della recente uscita discografica) della sua colonna sonora – mentre quest’ultima riceve in regalo da un timido spasimante un disco di Stephen Stills, controcanto camp di una Francoise Prevost (la contessa madre) che si aggira pensosa nei corridoi della sua villa quasi in versione «Sussurri e grida»… Distribuito da CG Entertainment.