Il giorno dopo la notizia della morte in Donbass del combattente italiano Edy Ongaro dall’Italia giungono voci di commemorazione. Tra queste il collettivo Stella rossa Nord est del Veneziano e la Rete dei comunisti. Parla anche il padre, Sergio: «Penso agli episodi che possono averlo spinto a quella scelta. Ma la risposta non la troverò».

Edy Ongaro è morto tre giorni fa mentre combatteva con i filorussi in Donbass, a favore delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk. Originario di Portogruaro, era partito nel 2015 per arruolarsi nelle Brigata Prizrack, in Italia non era mai rientrato. In attesa della consegna del corpo, la famiglia ha deciso per una messa in suffragio, domani, a Giussano di Portogruaro.

«Sta a Noi combattere senza tregua il mostro, stanarlo da ogni tombino», queste le ultime parole di Ongaro, affidate a Facebook il 20 febbraio scorso. Uno dei circa venti italiani – secondo l’antiterrorismo – attivi in armi sul fronte ucraino, chi per Kiev e chi per Mosca.

Con i russi sarebbero in sette; il resto con gli ucraini (tra cui uno nel neonazista Battaglione Azov, il 52enne Giuseppe Donini), aderendo all’appello di Kiev che dopo l’invasione ha creato un’apposita Legione internazionale per i foreign fighters