Senza se e senza ma, The Joshua Tree è stato l’album che ha segnato un’epoca e ha determinato per Bono & soci il decisivo salto di qualità, da band di culto a fenomeno di portata mondiale. Meno sperimentali del precedessore The Unforgettable Fire, gli undici brani che costituiscono l’album non hanno cedimenti di sorta. Inni da stadio dalle grandi melodie con aperture epiche e ritornelli killer, e una grande (quasi maniacale) attenzione ai suoni: il lavoro di Brian Eno e di Daniel Lanois si sente eccome. È il capolavaoro degli U2 senza ombra di smentita, un’«eredità» con cui debbono giocoforza (diremmo gioiosamente) convivere, tanto che per i trent’anni del disco hanno rimandato un album di inediti bell’è pronto (Songs of experience) per imbarcarsi in un tour partito nei giorni scorsi da Vancouver e che arriverà a luglio anche in Italia. E per l’occasione il cd viene ripubblicato in vari formati, singolo con l’aggiunta del live al Madison Square Garden, un terzo con i remix, un quarto con le b-sides e gli outatkes e un box con le versioni in vinile. Scorpacciata imperdibile (ma onerosa) per i collezionisti.