Alcune date-chiave del caso France Télécom che è diventato il simbolo della sofferenza al lavoro.

2004. Lo stato diminuisce la partecipazione in France Télécom portandola a meno del 50%. Questa privatizzazione causa una trasformazione profonda e la necessità di realizzare importanti risparmi per far fronte alla concorrenza e riassorbire i debiti. France Télécom si trova di fronte a un «paradosso», sottolineato dai giudici istruttori nell’inchiesta che vede imputati l’allora amministratore delegato Didier Lombard e sei ex alti dirigenti della società: «Era impossibile procedere a licenziamenti per ragioni economiche di dipendenti dello Stato. Qui si trova una delle chiavi per comprendere i metodi di management applicati nell’impresa».

2005. Didier Lombard è nominato presidente-amministratore delegato. Avvia il piano di riorganizzazione NExT, acronimo di «Nuove esperienze di telecomunicazioni», e il piano Act (Anticipazione e competenze per la trasformazione), che riguarda direttamente le risorse umane.

Ottobre 2006. Di fronte a 200 quadri dirigenti di France Télécom riuniti a Parigi, Didier Lombard precisa la strategia. Annuncia la soppressione di 22mila posti di lavoro in tre anni (sui 110mila complessivi allora nell’azienda), il trasferimento di 14mila dipendenti e l’assunzione di 6mila «nuovi talenti». Lombard avverte che la logica del piano «sarà più dirigista che nel passato». «Bisogna uscire dalla situazione di impresa-chioccia», aggiunge.
France Télécom nel 2005 aveva aperto una sua «scuola di management», vicino a Parigi, per mettere in atto la nuova politica dell’impresa. Migliaia di quadri superiori vengono istruiti sui nuovi metodi destinati a convincere i dipendenti reticenti ad andarsene spontaneamente. Nel corso di queste formazioni, vengono scambiate «astuzie» per far andar via i dipendenti: fissare obiettivi irrealizzabili o addirittura togliere le sedie dalle scrivanie… Così gli impiegati un mattino arrivando sul luogo di lavoro scoprono che il loro ufficio è stato trasferito. Alcuni sono addirittura obbligati a ripresentare una domanda di assunzione per il loro posto di lavoro. Altri sono retrocessi e messi agli ordini di uno dei loro subalterni.

2007. Due sindacati, Sud Ptt e la Cfe-Cgc, creano un Osservatorio dello stress e delle mobilità forzate. Nel 2007, e 2008, viene realizzata una grande inchiesta presso il personale, che mette in luce l’esistenza di una vera sofferenza al lavoro causata dalle pressioni individuali in vista della soppressione di posti di lavoro. Per l’80% delle persone interrogate il lavoro si degrada o è direttamente minacciato, il 66% si dichiara in situazione di stress. I tre quarti del personale esprime diffidenza verso la gerarchia. Questa profonda sfiducia riguarda anche le organizzazioni sindacali o le istituzioni rappresentative del personale: solo il 14% dei dipendenti interrogati ha fiducia nel consiglio di fabbrica e nei delegati del personale per proteggere il loro posto di lavoro e soltanto il 17%, su questi stessi temi, dà fiducia alle organizzazioni sindacali.

2008-2009. Durante la fase di riorganizzazione a marce forzate, alcuni dipendenti lasciano l’impresa. Altri cadono in depressione. Il caso scoppia pubblicamente dopo i suicidi di varie decine di dipendenti. Secondo i sindacati e la direzione, ci sono stati 35 suicidi nel 2008 e 2009.

Estate 2009. Un suicidio a settimana. Dopo quello di un’impiegata che si è buttata dalla finestra del suo luogo di lavoro, Didier Lombard viene convocato dal ministro del Lavoro. Il direttore di gabinetto del ministro dell’Economia, Stéphane Richard, è nominato direttore per il settore internazionale di France Télécom. Succederà a Didier Lombard nel 2011, quando quest’ultimo sarà obbligato a dimettersi.

Dicembre 2009. Il sindacato Sud sporge denuncia, presso il procuratore della Repubblica.

Aprile 2010. La Procura di Parigi apre un’inchiesta per mobbing. Le accuse di «omicidio involontario» e di «messa in pericolo della vita altrui» sono respinte.

6 maggio 2019. Apertura del processo che si concluderà il 12 luglio prossimo.