Non è più tempo di dissidi, di sfide politiche, di ripicche e tranelli. Il Giubileo della Misericordia che si apre tra poco più di cento giorni, l’8 dicembre, è una prova che la candidata italiana alle Olimpiadi 2024 non può fallire. E richiede unità di istituzioni e amministrazioni, tanto più se tutte sono targate Pd. Perciò niente commissariamento di Roma, solo di un municipio, quello di Ostia, comunque più popoloso di Reggio Calabria. E neppure un sindaco dimezzato, solo «affiancato» dal prefetto Franco Gabrielli nel risanamento della Capitale e per il Giubileo, sul modello dell’Expo. Polemiche azzerate, al massimo un risolino malizioso insieme al «no comment» sulle vacanze americane di Ignazio Marino.

È rapido e indolore, il resoconto del ministro Angelino Alfano e del sottosegretario Claudio De Vincenti sugli atti amministrativi approvati in Consiglio dei ministri, in un paio d’ore di seduta, per bonificare la capitale dalle mafie del “mondo di mezzo” e sperare che l’Anno santo alle porte fili via liscio come l’olio. Il messaggio è chiaro, facilmente traducibile in tutte le lingue: «Il governo è convinto che Roma ce la farà», perciò «affiancherà comune, prefettura e Regione, perché il successo del Giubileo è il successo del Paese».

Sciolto per infilitrazione mafiosa il municipio di Ostia («l’area con maggior numero di abitanti mai commissariata per mafia in Italia», secondo l’assessore Stefano Esposito) e nominati i tre commissari straordinari (il prefetto Domenico Vulpiani, il viceprefetto Rosalba Scialla e il funzionario dell’Interno Maurizio Alicandro), il governo ha «preso atto» delle decisioni assunte dal titolare del Viminale, prima tra tutte quella di «incaricare il prefetto Gabrielli alla pianificazione, insieme al sindaco di Roma, degli interventi necessari a risanare i settori più compromessi» da Mafia Capitale.

Tre dipartimenti (Patrimonio, Lavori pubblici e Ambiente) e otto aree di intervento per prevenire appalti e atti illeciti, soprattutto nei settori di «verde pubblico e ambiente, emergenza abitativa, immigrazione e campi nomadi». Alfano annuncia l’avvio delle procedure per la rimozione dei dirigenti e dei dipendenti comunali «qualora ne ricorrano i presupposti» utilizzando l’articolo 143 del Testo unico sull’ordinamento degli enti locali, e chiede «l’aggiornamento dei regolamenti comunali», un sistema di «autotutela degli affidamenti disposti in assenza di regolari procedure concorsuali», «un albo delle ditte fiduciarie per l’affidamento dei lavori e dei servizi in economia, il monitoraggio della effettiva operatività della centrale unica degli acquisti», e una serie di procedure per controllare ed eventualmente annullare atti dirigenziali e contratti di servizio, compresi quelli con l’Ama, l’azienda addetta ai rifiuti al centro della «parentopoli» dell’era Alemanno.

Nemmeno il tempo di finire la conferenza stampa, che sul ministro Alfano si scaglia l’ira delle opposizioni e delle destre deluse: Daniela Santanché (Fi) lo definisce «servo sciocco del Pd». Altri gli chiedono di rendere pubblica la relazione, mentre Lega e M5S suggeriscono a Marino di rimanere negli Usa e invocano il ritorno alle urne. Il consigliere Radicale Riccardo Magi, invece, pone una domanda nel merito e chiede ad Alfano di spiegare «in base a quale norma attribuisce al prefetto poteri di indirizzo senza commissariamento». Si attende risposta.

Anche per il Giubileo, spiegano ministro e sottosegretario, «non c’è alcun commissariamento, solo un ruolo di raccordo del prefetto di Roma analogo a quello che il prefetto di Milano sta svolgendo per l’Expo». Con la supervisione del presidente dell’anticorruzione, Raffaele Cantone. Si apre però la corsia d’emergenza: «Nessuna deroga alle procedure a evidenza pubblica, solo la riduzione dei termini – puntiamo al dimezzamento – per realizzare in tempo le opere necessarie», spiega De Vincenti. Per agevolare il lavoro dell’esecutivo proprio ieri mattina la giunta capitolina ha deliberato in corsa una serie di ritocchi al piano integrato per il Giubileo e li ha subito trasmessi al Cdm. Nel documento, le linee guida sull’accoglienza di pellegrini e turisti e un piano per definire gli ambiti – mobilità, inquinamento atmosferico e acustico – in cui il Campidoglio potrà operare in deroga dall’ordinaria amministrazione.

Per quanto riguarda le risorse, invece, il sottosegretario De Vincenti annuncia per la prossima settimana una riunione «per chiarire gli spazi di bilancio all’interno delle risorse a disposizione del comune». Nessun finanziamento, infatti, verrà dal governo centrale: i fondi saranno trovati derogando di fatto il patto di stabilità e ridefinendo il piano di ammortamento del debito pregresso di Roma. Di questo si occuperà il nuovo commissario straordinario nominato ieri dal Cdm: l’ex assessora al Bilancio, Silvia Scozzese. Infine la sicurezza: Alfano condivide «le misure adottate sul territorio da Gabrielli» e assicura che, per quanto riguarda le responsabilità a livello nazionale (l’intelligence, secondo Gabrielli, avrebbe dovuto impedire il sorvolo dell’elicottero sul funerale di Casamonica), «ci stiamo lavorando».

Marino è soddisfatto e fa sapere (in italiano) che la «collaborazione seria e leale, già in atto da mesi» con Gabrielli, proseguirà fino al «risanamento» totale della capitale. E – nota di colore – il suo portavoce Guido Schwarz si toglie un sassolino dalla scarpa con un tweet: «Quintali di carta e inchiostro da…». Una manina saluta chi avrebbe voluto il Campidoglio sciolto per mafia.