Un provvedimento senza precedenti che solleva una ridda di polemiche: una bimba di tre anni è stata data in affidamento temporaneo a una coppia di omosessuali. Una decisione che sancisce ufficialmente quello che era un dato di fatto almeno dal febbraio di quest’anno: la bambina vive già da mesi con i due uomini, che conosce da tempo e che chiama «zii» sebbene non vi sia tra loro alcun legame di parentela. Non solo, anche la madre della piccola ha buoni rapporti con i due tanto che gli stessi servizi sociali avrebbero parlato di una situazione «serena».
La decisione, riferita dal Corriere della sera, è stata presa dal Tribunale dei minori di Bologna presieduto dal giudice Giuseppe Spadaro. La Procura minorile si era invece opposta al provvedimento non per l’orientamento sessuale dei due uomini ma perché riteneva la coppia non all’altezza del compito. I due non abitano a Bologna, ma in un’altra città della regione, convivono da tempo, hanno un lavoro e un buon reddito, sono una coppia «stabile e affidabile» secondo i servizi sociali, che – come i giudici – hanno dato parere favorevole all’affidamento, ritenendo che ci fossero tutte le condizioni di serenità e benessere richieste dalla legge. A differenza dell’adozione, per la quale la legge italiana parla espressamente di coppia sposata, per l’affidamento la nuova famiglia temporanea può essere una famiglia tradizionale, meglio se con altri figli in casa, ma anche una «comunità di tipo familiare», formata da due persone che assolvono alla funzione di genitori, o un single. Nel caso specifico i giudici di Bologna hanno messo nero su bianco che «il fatto che i componenti del nucleo abbiano il medesimo sesso non possa considerarsi ostativo all’affidamento di un minore».
Una decisione che ha scatenato feroci critiche dal centrodestra, ma anche molti apprezzamenti da tutto il mondo lgbtq. «È una decisione molto positiva prima di tutto per la bambina, che già conosceva le persone affidatarie – spiega il presidente di Gaynet Franco Grillini – in secondo luogo, per il significato della decisione che stabilisce che una coppia gay è una famiglia come le altre. La decisione di Bologna in altri paesi non farebbe nemmeno notizia perché considerata normale».
«Una notizia importante che però non è nuova per il nostro paese – ragiona il presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso – è da molti anni, nel silenzio più assoluto per non provocare reazioni che possano danneggiare la possibilità da parte di minori di trovare una famiglia seppur temporanea, che in alcuni tribunali si è proceduto all’affidamento a coppie non sposate, single e omosessuali».
Sul versante dei partiti infine scontata l’ostilità della destra (sia Lega che Pdl) ma commenti positivi da Sel e anche dal pd Sergio Lo Giudice (ex presidente di Arcigay) . Il suo collega di partito però, Edoardo Patriarca, chiede che «al di là dei casi specifici sia privilegiato sempre l’affidamento alle coppie eterosessuali».
La galassia lgbtq scenderà in piazza il 7 dicembre «perché sentenze come questa un giorno non siano necessarie. In un sistema in cui il diritto alla famiglia, alla genitorialità e alla solidarietà genitoriale siano riconosciute a tutti e tutte i singoli e le famiglie».