Luigi Di Maio tiene il punto. Mentre le palline del flipper postelettorale continuano a girare, il leader del Movimento 5 Stelle trasmette un video via Facebook per ribadire le condizioni per la formazione di un governo e sancire alcuni punti fermi. «Volevo raccontarvi quello che sta succedendo in questi giorni», dice Di Maio. La mossa ha un ovvio significato nella complicata partita che condurrà all’incarico e alle consultazioni, ma va interpretata anche negli equilibri interni al M5S. All’indomani dell’incontro dei parlamentari a 5 Stelle del Parco dei Principi, durante il quale è stata ribadita la linea della massima chiusura verso stampa e giornalisti.

Di Maio gioca una mossa che serve a centralizzare la comunicazione: in nome della disintermediazione l’aspirante premier si prende l’incarico di informare direttamente gli italiani passo dopo passo. Il M5S insomma parlerà con la sua voce ma non c’è dibattito alla luce del sole né dialettica interna di cui dare conto. «Vi aggiornerò personalmente su tutti i passaggi. Da me avrete sempre la massima trasparenza», dice Di Maio mettendosi al centro della scena quasi a coprire le trattative degli emissari dei vari schieramenti.

Innanzitutto, ribadisce il punto fermo della sua candidatura a Palazzo Chigi. Nell’incedere di un sillogismo che punta a captare la benevolenza di Sergio Mattarella, accosta le volontà dei grillini a quelle del presidente della repubblica: «Abbiamo chiesto a tutti responsabilità per far partire un governo presieduto dal candidato premier del Movimento 5 Stelle – scandisce Di Maio nel messaggio Facebook – Il capo dello stato ha una grande sensibilità e ha richiamato tutte le forze politiche al senso di responsabilità e per questo lo ringrazio. Questa parola, ‘responsabilità’, l’abbiamo pronunciata per tutta la campagna elettorale». Poi si insiste sulla centralità del suo partito: «In questo momento il M5S è determinante – dice Di Maio – Un governo senza di noi non si può fare, quindi tutti dovranno parlare con noi. A meno che, e sarebbe un clamoroso insulto alla democrazia e ai cittadini, non decidano di fare un governo con tutti contro di noi ma in quel caso prepariamo i pop corn perché sarebbe la loro fine». La prossima scadenza è l’elezione dei presidenti di camera e senato per le quali Di Maio garantisce apertura a 360 gradi, previo rispetto del peso parlamentare della sua formazione. Una delle ipotesi che si muove dietro le quinte, ma nella glasnost pentastellata non se ne fa menzione, è quella di farsi eleggere direttamente presidente della camera per poi ottenere l’incarico in quanto figura istituzionale da Mattarella. Entro i primi giorni di aprile, c’è da approvare il

Documento di programmazione economica e finanziaria: «È il momento di appassionarsi alla politica e stare uniti – spiega ancora Di Maio – Partiremo dai tempi che stanno a cuore agli italiani, e su questi temi siamo pronti a discutere. La prima occasione sarà il Def, il nostro gruppo sarà determinante. Noi abbiamo già le idee chiare. Dentro ci saranno i nostri punti programmatici». Potrebbe essere una prova generale dell’agenda di governo da proporre alle camere. Se la scalata al governo non dovesse andare in porto, Di Maio gestirebbe comunque il prosieguo della legislatura, che a questo punto si immaginerebbe breve, da una posizione tutt’altro che defilata: ci sarebbero da riscrivere la legge elettorale, magari con un carattere più marcatamente maggioritario. Perché tutto ciò avvenga, però, dovrebbe funzionare la tattica delle «divergenze parallele» con la Lega di Salvini, anch’egli interessato a giocarsi lo spareggio con Di Maio mettendo da parte gli altri contendenti: le due formazioni difficilmente governeranno insieme ma paiono intenzionate a tenersi in contatto per gestire l’avvio della legislatura.
Ieri si è occupato di Di Maio il Financial Times, che gli ha dedicato un ritratto: «Di Maio ha cercato di guidare i 5 Stelle verso posizioni più moderate, in particolare sull’euro. Si incontra regolarmente con leader industriali e ambasciatori europei, ed è volato anche a Londra per rassicurare gli investitori», scrive il giornale che solo qualche settimana fa definiva il Movimento 5 Stelle «euroscettico» e «antiestablishment».