Il processo principale per il crack del Monte dei Paschi di Siena si chiude in prima battuta con condanne per tutti e 16 gli imputati, fra persone fisiche e giuridiche. In particolare 7 anni e 6 mesi di reclusione a Giuseppe Mussari, 7 anni e 3 mesi al suo braccio destro Antonio Vigni, e sul fronte dei direttori finanziari 5 anni e 3 mesi a Daniele Pirondini e 4 anni e 8 mesi a Gian Luca Baldassarri. Il Tribunale di Milano ha giudicato fondata l’accurata ricostruzione fatta dai pm Giordano Baggio, Mauro Clerici e Stefano Civardi sulle operazioni sui derivati Santorini e Alexandria, sul prestito ibrido Fresh, e sulla cartolarizzazione Chianti Classico, architettate per mascherare nei bilanci le perdite realizzate da Rocca Salimbeni dopo l’acquisto nel 2008 di Antonveneta da Santander, costato circa 10 miliardi di euro, più altri 6 miliardi di debiti in pancia ad Antonveneta.
Secondo le accuse, le quattro operazioni finanziarie erano servite per occultare nei bilanci di Mps perdite per circa 2 miliardi, di qui le imputazioni a vario titolo di manipolazione del mercato, falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo all’attività degli organi di vigilanza, reato quest’ultimo in parte prescritto.
Per i giudici della seconda sezione penale anche le due banche che avevano strutturato i derivati, Nomura e Deutsche Bank, sono state corresponsabili delle illecite operazioni finanziarie. Per questo il Tribunale di Milano ha disposto confische per circa 152 milioni di euro nei confronti di Deutsche Bank, compresa la sua filiale londinese, e la giapponese Nomura. In dettaglio, 88 milioni sono a carico di Nomura e 64 milioni a carico di Deutsche, cui vanno aggiunte sanzioni pecuniarie di 3 milioni per Deutsche e 3,4 milioni per Nomura.
Sul punto delle confische i pm avevano chiesto ben di più, chiedendo 444,8 milioni per la banca giapponese e 440,9 milioni per quella tedesca. In linea con le richieste della pubblica accusa invece le pene detentive, che hanno riguardato Marco Di Santo, altro ex manager Mps (3 anni e 6 mesi), e gli ex dirigenti e manager di Deutsche Bank Ivor Scott Dunbar (4 anni e 8 mesi), Matteo Angelo Vaghi (3 anni e 6 mesi), Michele Faissola (4 anni e 8 mesi), Michele Foresti (4 anni e 8 mesi) e Dario Schilardi (3 anni e 6 mesi). Marco Veroni, ex della filiale britannica di Deutsche Bank, ha avuto 3 anni e 6 mesi, mentre è di 4 anni e 8 mesi la condanna per Sadeq Sayeed, ex di Nomura come Raffaele Ricci, che ha avuto 3 anni e 5 mesi.
Tutti gli imputati si erano difesi sostenendo che nulla era stato occultato e nessun trucco contabile utilizzato, e che le operazioni erano conformi a quanto prescritto da Bankitalia e Consob. In attesa delle motivazioni della sentenza, attese entro 90 giorni, i difensori (fra questi Tullio Padovani, Fabio Pisillo e Francesco Marenghi per l’ex presidente di Mps Mussari, Giuseppe Iannaccone per gli imputati di Deutsche Bank, e Armando Simbari per Daniele Pirondini), hanno già annunciato ricorso in appello.