«Un radicale cambiamento della politica del governo italiano e dell’Unione Europea a proposito delle migrazioni» lo ha invocato dal palco Annamaria Francescato, portavoce della rete Como Senza Frontiere, rivolgendosi ieri alle migliaia di persone presenti alla manifestazione sul lungolago di Como contro le violenze e le intimidazioni neofasciste.

 

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CONVOCATA DAL PARTITO Democratico (su suggerimento di Walter Veltroni) immediatamente dopo l’irruzione dei militanti del Veneto Fronte Skinhead alla riunione della rete antirazzista comasca, la mobilitazione «contro ogni fascismo e ogni intolleranza» ha portato a Como lo stato maggiore del Pd, con il segretario Matteo Renzi, vari ministri e deputati democratici, la presidente della Camera Boldrini, la leader Cgil Camusso e tanti iscritti al Pd, ai sindacati, all’Anpi e alle varie sigle della sinistra istituzionale. Tutti presenti, a sinistra. Come confermato subito dal primo intervento, serpeggiavano i malumori verso le politiche migratorie del Pd. Dal palco infatti, Annamaria Francescato, presente anche durante l’irruzione neofascista, ha rivendicato l’impegno della rete Como Senza Frontiere nel «cambiare radicalmente la percezione del fenomeno migratorio», criticando le politiche che subappaltano la gestione dei flussi a regimi del terrore e il «tentativo di criminalizzare le organizzazioni non governative». In risposta alle intimidazioni squadriste, la portavoce si è scagliata contro la «propaganda fascista, nazista e razzista» perché «negazione delle idee, dei fondamenti stessi della Repubblica Italiana e più in generale della democrazia». A conclusione del suo intervento, un minuto di silenzio in memoria delle vittime innocenti nel Mediterraneo, finito con un fragoroso applauso.

LA PAROLA È POI PASSATA ai ragazzi che hanno letto alcune testimonianze di condannati a morte della Resistenza e di deportati nei campi di sterminio. Ultima a parlare la vittima dell’aggressione di Ostia, il giornalista della trasmissione Rai Nemo Daniele Piervincenzi che ha letto le parole del presidente Pertini.

Sulla piazza di Como a prevalere erano le bandiere del Pd e quelle tricolori dell’Anpi accanto a quelle rosse di Sinistra italiana, Rifondazione comunista e Cgil, che sventolavano vicino a qualche cartello contro il ministro Minniti. Hanno aderito anche Liberi e uguali e Campo progressista.

 

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Insomma una folla variegata ha risposto così alle provocazioni della sezione comasca di Forza Nuova che ha dovuto rinunciare al concomitante contro-presidio. I suoi militanti si sono radunati presso l’hotel Palace in riva al lago, presidiato durante tutta la mattinata dai blindati della polizia.

«SIAMO OLTRE 10MILA», hanno stimato gli organizzatori. «È una bellissima giornata. Siamo qua contro ogni forma di intolleranza», ha commentato Renzi. Prima di raggiungere la piazza, la presidente della Camera Boldrini ha sottolineato: «Ci sono ambienti nel nostro paese che hanno sempre voluto essere indulgenti nei confronti del fascismo, parlando di un fascismo buono e un nazismo cattivo. Ma non ci sono sconti possibili» e «essere qui è un dovere di tutte le forze democratiche». E Camusso ha ricordato: «Nella Costituzione c’è il divieto della ricostruzione del partito fascista. Li si è lasciati crescere e presentare alle elezioni, si è continuato a dire ’sono ragazzate’ mentre siamo di fronte a un fenomeno di intimidazione diffuso».

ASSENTI INVECE sia il sindaco di Como Mario Landriscina, eletto con una civica di centrodestra, sia il Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio ha tagliato corto: «Abbiamo già espresso la nostra condanna, non c’è bisogno di partecipare a quella la manifestazione, è una strumentalizzazione del Pd».