Cosa potrà mai contenere il telefono di un imprenditore che spopola sul web, forse perché prepotente, imbecille e arrogante? Di tutto. Dai numeri privati di diversi vip a tutte le password che possono servire per fare qualsiasi cosa, persino i numeri di alcuni conti bancari segreti delle isole Cayman. Peggio per lui quindi perché dimentica il prezioso manufatto nei bagni dell’aeroporto, dopo avere strapazzato i due addetti alle pulizie, che lo trovano e decidono di usarlo un po’, tanto quello è in viaggio per l’Australia. Questa l’idea di partenza di Modalità aereo, la nuova regia di Fausto Brizzi su istigazione e cosceneggiatura di Paolo Ruffini (che interpreta il reprobo).

DI PARTENZA, perché all’arrivo tutto deve tornare, quasi fossimo in una favola piuttosto che in una commedia. Così, mentre i due giuggioloni passano dalle stalle alle stelle, l’altro precipita (metaforicamente) sempre più in basso, privato non solo del telefono ma anche della reputazione con tweet scorrettissimi che colpiscono in ogni direzione. Vai a spiegare che sono falsi, perché si gioca un po’ tra verità vera e verità presunta, tra realtà vera e virtuale (in trasparenza le vicende dello scagionato Brizzi messo sul rogo dalla tv e dai media).

Lillo, uno dei due bencapitati addetti alle pulizie, l’altro è Dino Abbrescia, canta felice, duetta con il suo sex symbol Sabrina Salerno, mentre a casa i parenti si ingolfano di fritture preparate dalla scalpitante mogliettina Caterina Guzzanti e chiude in ginocchio da lei. Il tutto mentre Ruffini vola stizzito, accudito dalla hostess Violante Placido. Qualche battuta sulle differenze sociali, ma prevale il luogo comune e la melassa che si appiccica ovunque, quasi nauseante. Che dire poi della gaffe sulle dimensioni del pene di un imprenditore cinese? C’è poco da ridere.