Carenza di personale e turni prolungati, straordinari non retribuiti, tensioni tra gli operatori sanitari e la dirigenza: all’istituto Spallanzani di Roma – polo d’eccellenza europeo nella lotta contro l’Hiv e le malattie infettive – da mesi sono in atto le proteste di Cobas e Nursind. Ieri un presidio, mentre due infermieri sono stati minacciati di licenziamento per aver reso dichiarazioni ritenute diffamatorie nel corso di una intervista radiofonica.

Già nel dicembre scorso si era tentata una procedura di raffreddamento presso la prefettura di Roma, e messa davanti alle richieste dei sindacati la dirigenza dell’ospedale aveva promesso di far fronte ai problemi più urgenti. Cobas e Nursind lamentavano «l’assenza di assunzioni, giornate di lavoro fino a 12 ore, straordinari in pratica imposti e non retribuiti, con un meccanismo di recuperi di fatto inesigibili».

L’ospedale aveva ammesso carenze di organico, spiegando che le difficoltà sono da imputare soprattutto alla mancata applicazione dei piani di adeguamento da parte della Regione, che tiene in mano il portafoglio del sistema sanitario: «A causa del blocco del piano assunzioni stabilito dalla Regione Lazio, che risale al 2006 – ha motivato la dirigenza dello Spallanzani – si è generata una grave carenza di personale. Nel 2016 la Regione ha chiesto all’Istituto di adottare un piano di assunzioni per il prossimo triennio: tale piano è stato inviato nel settembre del 2016 ma non risulta ancora approvato dalla Regione Lazio».

Lo Spallanzani si era dunque impegnato a utilizzare intanto la mobilità regionale per assumere nuovi tempi indeterminati e a bandire un concorso per sostituire le lunghe assenze e i congedi di maternità con contratti a termine. Quanto agli straordinari non retribuiti, aveva spiegato che l’apposito fondo era risultato in rosso e che avrebbe provveduto a trovare una soluzione.

Ma i problemi dopo sei mesi si sono rivelati ancora aperti: il 30 maggio – in occasione di una visita del governatore Nicola Zingaretti in ospedale – le proteste si sono intensificate e un’intervista rilasciata dai rappresentanti dei Cobas a Radio Onda Rossa ha provocato i provvedimenti disciplinari.

«Gli impegni presi in dicembre presso la prefettura sono stati in parte disattesi», spiegano i sindacati tornati in piazza per confrontarsi con Zingaretti e poi di nuovo in questi giorni, per offrire solidarietà ai due infermieri minacciati di licenziamento. «Nello specifico le uniche assunzioni fatte a oggi, sono state quelle avvenute per la copertura delle lunghe assenze, numero ovviamente insufficiente a ricoprire le carenze di organico dell’Istituto. Il secondo punto, che invece è stato totalmente disatteso, riguarda la gravissima situazione legata all’esubero di ore prestate dai lavoratori in eccedenza all’orario contrattuale. Ore che, se recuperate, porterebbero al collasso dell’Istituto e che quindi vengono accumulate di anno in anno senza nessuna possibilità di usufruirne. In pratica vengono “regalate” ogni anno allo Spallanzani».

«Sono ampiamente documentabili dai tabulati del personale – concludono Cobas e Nursind – situazioni di colleghi che a oggi devono recuperare dalle 100 alle 200 ore di eccedenza. Si scarica sulle spalle dei lavoratori il prezzo di una cronica carenza di organico».

Nella speranza che lo scontro possa risolversi e le minacce di licenziamento rientrare, i lavoratori chiedono più risorse e assunzioni per l’istituto.