«Giuseppe Sala in materia di Coronavirus dovrebbe usare la decenza del silenzio dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia». Così il governatore della Sardegna Christian Solinas replica al sindaco di Milano sulla questione del certificato sanitario che Sardegna – ma anche Sicilia – vorrebbero chiedere ai turisti per autorizzare il loro ingresso, questa estate, nelle due isole. «La Sardegna – spiega Solinas – vuole accogliere i turisti, ma in sicurezza, nell’interesse dei sardi ma anche dei concittadini di Sala».

L’irritazione di Solinas è stata provocata da un post diffuso ieri mattina su Fb in cui Sala scriveva: «Alcuni presidenti di regione come per esempio il ligure Toti, dicono che accoglieranno i milanesi a braccia aperte. Altri, non li cito, chiedono una patente di immunità. Ora parlo da cittadino prima ancora che da sindaco: io quando dovrò decidere la destinazione per le mie vacanze me ne ricorderò». Un invito dal sapore minaccioso a evitare le vacanze in Sardegna e in Sicilia per ritorsione verso le decisioni prese dalle due regioni.

Dietro la polemica, due modi diversi di vedere la ripresa in un settore cruciale come il turismo: il modello Sala-Toti che ricorda molto da vicino la sciagurata logica applicata alle fabbriche della Val Seriana, e quello di chi vorrebbe che la necessaria riapertura fosse vincolata a regole di tutela della salute.