Come prevedibile, l’Unione europea ha risposto alla Turchia, a seguito della riforma della giustizia voluta dal premier Erdogan. I provvedimenti, che sanciscono un controllo del governo sulle attività giudiziarie, non solo costituiscono un colpo all’opposizione e al movimento di Gulen, ex alleato di Erdogan, ma anche – potenzialmente – ai parametri richiesti dall’Unione europea. La Commissione europea ha fatto sapere di procedere al più presto ad una «valutazione» della legge sulla riforma della Giustizia approvata sabato dal parlamento turco. Lo ha detto Peter Stano, portavoce del Commissario per l’allargamento Stefan Fule, precisando che «è il nostro compito, in quanto la Turchia è un paese candidato» ma ha sottolineato come «in passato molte volte, in molti modi e in molte occasioni, abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sull’impatto che le prime versioni delle legge avrebbero avuto su imparzialità e indipendenza del sistema giudiziario e sulla separazione dei poteri in Turchia».