Da colleghi e amici di Jacky Sutton, la giornalista e attivista trovata morta lo scorso lunedì nel bagno dell’aeroporto di Istanbul, è stato richiesto il massimo riservo sulle indagini in corso. Alcuni di loro, a condizione dell’anonimato, ci hanno fatto sapere che la pista del suicidio, avanzata dalle autorità turche, è assolutamente infondata e anche la destinazione finale di Sutton potrebbe non essere stata Erbil ma Qamishli nel Kurdistan siriano (Rojava).

Se questa ricostruzione venisse confermata ci sarebbe un elemento in più per inserire questa morte sospetta nel più ampio scontro tra Ankara, kurdi e stampa in corso da giugno e inaspritosi in vista del voto anticipato del primo novembre con la strage della stazione della capitale turca del 10 ottobre scorso, costato la vita a 102 persone. Ieri sono state diffuse alcune immagini delle telecamere dell’aeroporto in cui si vede Sutton, direttore dell’Institute for War and Peace Reporting ed ex giornalista della Bbc, poco prima della morte.

Non si distinguono tracce di azioni inconsulte o nervosismo, come annunciato da alcuni testimoni, citati dagli inquirenti turchi. Inoltre, le telecamere erano fuori uso proprio nel momento in cui è venuto il fatto, circostanza che corrobora le ipotesi di un delitto premeditato. Secondo alcuni giornali turchi, Sutton avrebbe avuto a disposizione un’ingente somma di denaro (superiore ai duemila euro), circostanza che fa cadere ogni dubbio sulla possibilità della giornalista di acquistare un altro biglietto aereo in caso di ritardo della coincidenza, come anticipato da alcune fonti.
Non si fermano invece i bombardamenti contro il Pkk nel Kurdistan turco e iracheno. L’aviazione turca ha effettuato nuovi raid nella provincia di Hakkari, al confine con l’Iraq.

Nei raid sono stati distrutti rifugi e depositi di armi nella regione di Daglica. La stampa statunitense si è mostrata critica rispetto alla strategia di Stati uniti e Unione europea che continuano a sostenere il presidente islamista moderato Recep Tayyip Erdogan. Questa stampa ha in particolare stigmatizzato i raid contro le forze kurde che hanno apertamente favorito la coalizione internazionale nello scontro con i jihadisti dello Stato islamico in Rojava. Infine, il capo dell’Associazione degli avvocati di Diyarbakir, Tahir Elci, è stato arrestato per «propaganda terroristica», in riferimento alle sue dichiarazioni in difesa del Pkk.