Oggi a Roma dalle 17 alle 20 nell’Aula dei Gruppi Parlamentari (Via Campo Marzio, 78), il Comitato per la Liberazione di Milagro Sala organizza un dibattito intorno alla proiezione del documentario “Tupac Amaru, algo está cambiando”, dei registi Magalí Buj e Federico Palumbo. A seguire, la presentazione ufficiale del Comitato e gli interventi di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, Giovanna Martelli, deputata di Sinistra Italiana, dei registi Magalí Buj e Federico Palumbo, di Olivier Turquet, Movimento Umanista, coordinatore della redazione italiana di Pressenza.

Il documentario racconta il lavoro sociale della dirigente indigena Milagro Sala e della sua organizzazione a favore dei diseredati di una delle provincie più povere dell’Argentina. Milagro Sala è deputata del Parlasur e leader dell’organizzazione di quartiere Tupac Amaru.E’ detenuta dal 16 gennaio 2016 per aver manifestato pacificamente al fine di essere ricevuta, insieme a compagni dell’organizzazione, dal governatore di Jujuy, Gerardo Morales. I registi “Tupac Amaru, algo está cambiando” hanno accettato di rispondere alle domande del manifesto

Com’è nata l’idea del lavoro e come l’avete costruita? 

Il documentario è stato girato tra il 2011 e il 2012, racconta i primi 12 anni dell’Organizzazione Tupac Amaru. E’ stato il nostro primo documentario ed è stato autofinanziato. Riuscire a intervistare Milagro è stato veramente difficile, lei era sempre impegnata. L’abbiamo conosciuta nel 2011 a Mendoza in un incontro pubblico, poi abbiamo deciso di viaggiare a Jujuy per conoscere il lavoro della Tupac Amaru. Quando abbiamo iniziato a raccogliere informazioni ci siamo resi conto delle perpetrate diffamazioni che venivano dai media e dai settori più conservatori, in particolare dall’attuale governatore della provincia Gerardo Morales che all’epoca era un deputato nazionale. Quando ci siamo resi conto della disinformazione e manipolazione che era in atto, siamo andati di persona a vedere cosa fosse la Tupac Amaru. Abbiamo visto quartieri costruiti, scuole, centri sportivi, centri di salute, il tempio del sole, ecc. Il modello di lavoro cooperativo, la spiritualità, la forza di questa gente è un fatto rivoluzionario e un modello innovativo in quello che sarà il post liberismo, dove lo Stato sviluppa parte dei suoi programmi appoggiandosi -non a multinazionali o settori privati che solo speculano, ma a cooperative  e organizzazioni sociali che così acquisiscono potere e ridistribuiscono la ricchezza. Era un dovere raccontare questa storia della quale poco si sapeva. Eravamo orgogliosi come se fossimo stati noi a mettere i mattoni, a pitturare i dinosauri del parco giochi, a riempire le piscine per i bambini. Quest’allegria e questa speranza doveva essere condivisa. E fu così che ci fermammo con loro per alcuni mesi. Stare con loro fu una esperienza meravigliosa, ogni “Tupaquero” è un’esperienza meravigliosa.  Storie commoventi, forti, di chi non ha avuto niente, di chi ha avuto fame e poi si è messo a lavorare con altri per vivere meglio.

Perché è importante il caso di Milagro Sala in Argentina?

Milagro Sala ha costruito una delle più grandi organizzazioni social della Argentina, portando avanti un modello di ridistribuzione della ricchezza che oggi può essere mostrato a tutto il mondo. Milagro ha una potenza incredibile che non si ferma nella lotta per aiutare gli ultimi, i dimenticati, gli invisibili. Già all’epoca (quando abbiamo girato il documentario) la accusavano e la perseguitavano, ma lei continuava a lottare. Milagro e la Tupac Amaru hanno dimostrato che le cose si possono fare in un altro modo. Che le organizzazioni sociali possono lavorare insieme allo Stato. Oggi la sua detenzione è un duro colpo a la democrazia argentina.

Cosa avete verificato in merito alle accuse di corruzione?

Quando stavamo a Jujuy girando il documentario abbiamo sentito in giro accuse su Milagro e i “tupaqueros” ma di tutto questo non abbiamo mai visto niente: non hanno né armi, né un esercito, né sono uno stato parallelo, né hanno schiavi, né tratta di persone. Sono le solite menzogne che usano per diffamare e discreditare, poi delle vere investigazioni anche giudiziarie, non si sa nulla, solo l’onta della diffamazione pubblica.

Quali sono i veri interessi in gioco?

Probabilmente distruggere una organizzazione che con il lavoro cooperativo sta crescendo troppo. La Tupac Amaru tramite i soldi dello Stato costruiva case, ma invece di farlo come fanno i privati che costruiscono male e caro e si intascano i profitti, loro costruivano con meno soldi e i “guadagni” sono stati investiti nella stesa comunità, facendo scuole, fabbriche, centri di salute. Creando un meccanismo virtuoso. Senza le cooperative delle organizzazioni sociali questi soldi vanno in mano ai privati di sempre, probabilmente gli amici di qualcuno al potere…

Qual è la situazione di Milagro Sala ora?

Milagro Sala è in carcere dal 16 gennaio, sembra sia in condizioni inumane, senza acqua calda e senza riscaldamento, ora che in Argentina è inverno. L’hanno arrestata perché occupava pacificamente la piazza centrale di Jujuy. Non ha avuto un processo, anche Amnesty International e altre organizzazioni per i diritti umani ne chiedono la scarcerazione. Milagro è una deputata del Mercosur ma non gli riconoscono l’immunità parlamentare.In Italia abbiamo stabilito un comitato per la liberazione di Milagro Sala e stiamo facendo un tour per far conoscere la sua opera, usando il documentario che abbiamo fatto. Stiamo spingendo per avere una risposta dalle istituzioni italiane e internazionali. Sappiamo che l’argentina viene vista come un grande affare economico, ora che al potere c’è Macri, ma i diritti umani e i bisogni della gente non possono essere calpestati. Se non verrà liberata, nella seconda metà del 2016 cercheremo di andare a Jujuy per realizzare un altro documentario su questa storia incredibile che rappresenta bene questo secolo: la lotta tra le corporation e le organizzazioni sociali. Per consultare il sito del comitato italiano, http://comitatoliberazionemilagrosala.wordpress.com

Per informazioni e per organizzare proiezioni del documentario

http://ww.acofilms.com