La prima proiezione di Tuono, il documentario prodotto da Fisheye Productions è stata celebrata poco più di un mese fa a Lucca Comics and Games, dove sapevamo che la terribile mancanza del fumettista Tuono Pettinato, scomparso in giugno, si sarebbe fatta sentire ancor più forte.

Del resto, a Lucca Tuono aveva raccolto moltissimi riconoscimenti, tra il Gran Guinigi come autore unico nel 2014 e la bellissima mostra personale a Palazzo Ducale Tuoneide, l’anno successivo.

Prima della proiezione ho avuto la possibilità di parlare del documentario con il regista Dario Marani; in vista della prossima proiezione di lunedì 6 dicembre al Cinema Arsenale di Pisa, la sua città, riportiamo qui la nostra chiacchierata.

Dario Marani, sei regista e autore del documentario Tuono. Come nasce il progetto?

Più o meno sei anni fa con Alessio Guerrini e Clarissa Montilla di Fisheye, abbiamo proposto a Rai una serie dedicata al fumetto italiano, Fumettology; l’aiuto di Alessio Danesi che adesso lavora nella casa editrice Saldapress, è stato fondamentale per trovare i contatti necessari a realizzare 32 puntate (andate in onda su Rai5 e Rai4, adesso visibili su RaiPlay). Nella terza stagione uno degli episodi era dedicato a Tuono Pettinato. Quei trenta minuti sono estratti da un’intervista di almeno 3 ore e mezza, dove ogni minuto contiene una perla. Già allora, eravamo rimasti molto colpiti dall’autore che stavamo intervistando. Quando abbiamo saputo della scomparsa abbiamo pensato che il miglior modo per omaggiarlo fosse riprendere quell’intervista, sbobinarla completamente e aggiungere altri contenuti, arricchire quel documentario con altri interventi e completare il quadro dell’artista. Anche perché l’intervista originale si fermava a Nevermind (la biografia di Kurt Cobain, ndr. Rizzoli Lizard, 2015). L’unica voce narrante era Tuono; adesso il documentario è corale e dura un’ora.

In pratica avete usato l’intervista iniziale a Tuono come una specie di ipertesto.
Esatto, siamo andati a cercare e a raccogliere i contributi di colleghi o amici che lui stesso menzionava nel video iniziale. Ci sono Ratigher, LRNZ, DR Pira e Maicol&Mirco; c’è Francesca Riccioni, coautrice della biografia di Alan Turing Enigma (Rizzoli Lizard, 2012) e c’è la signora Lia, la madre, che chiamo per nome perché nei due giorni che ci accolto a Pisa siamo diventati amici. Tutte persone eccezionali e disponibilissime.

Nel documentario attuale avete affrontato solo il Tuono fumettista?
No, abbiamo cercato di sondare diversi aspetti. Raccontiamo per esempio l’esperienza di Tuono nei Laghetto, il gruppo hardcore con Ratigher come frontman, dove lui fingeva di suonare la chitarra; abbiamo parlato del carattere di Tuono per come potevamo farlo attraverso ciò che lui stesso ci aveva raccontato e quanto aggiunto dagli altri intervistati coinvolti. Ci tengo molto a dire che il risultato è solo uno dei mondi di Tuono e che l’intervista è un vero e proprio multiverso: si può fare qualsiasi cosa da quell’intervista, approfondire tantissimi argomenti poiché altrettanti sono gli spunti offerti. Questo è il nostro punto di vista, per quanto possiamo far noi, ma potrebbe essere il primo di una serie di racconti sul nostro: le sue collaborazioni con le Onlus, nelle scuole, nelle biblioteche, con le realtà locali…

Personalmente ho trovato molto difficile conciliare il dolore privato con la sfera pubblica e forse sono poco obiettiva, ma per moltissimi Tuono è stato un amico e una guida.
Da quello che ho capito, e l’ho conosciuto appena un pomeriggio, Andrea era capace di prenderti per mano e di infilarti in argomenti anche lontani da te e farli esplodere sotto forma di scoperta, lo dico con un occhio esterno e con ammirazione. Io mi sono ritrovato un hard disk tutto il lavoro completo, bozzetti, libri, tutto materiale che mi aveva dato da poter animare e inserire del montaggio finale. Mi aveva dato carta bianca. Una quantità di materiale davvero vastissima, anche se le coperture nel video le abbiamo fatte dalle pagine reali, proprio per rendere la bellezza del suo lavoro sui libri.

C’è sempre una grossa responsabilità a parlare e a raccontare certi artisti a posteriori, oltre che un elevato rischio retorico. Da autore come hai evitato questi rischi?
Ci ha aiutato molto avere l’intervista iniziale, una specie di iperuranio che ti dà solamente dei fatti, una conversazione che sarebbe rimasta lì, dalla quale partire. Le altre interviste dal punto di vista emotivo sono state complesse per tutti, lo assicuro. Abbiamo tolto tutto quello che riguardava la morte di Tuono, tolto tutte le lacrime, e abbiamo dato spazio agli aspetti più divertenti; non una visione diversa, perché Tuono era assolutamente quello che mostrava di sé.
Si parla solo un paio di volte della sua scomparsa: per esempio il progetto incompiuto Bastardi da guerra, un libro che Tuono ha iniziato a disegnare.
L’utilizzo del verbo essere nel documentario è significativo: quasi tutti parlano di lui al presente, oppure sia al presente che al passato.

Per quanto possa apparire scontato, con questo enorme lascito culturale, sarà sempre molto difficile parlare in assenza.
Sì, per questo ho lasciato di proposto questo cortocircuito del verbo essere. Alcuni libri non compaiono, sono stati trascurati per poter avere un prodotto finale non troppo lungo, ma per me il documentario sarebbe potuto durare anche due ore. We are the champions (Rizzoli Lizard, 2016) viene per esempio menzionato da Dario Moccia, ma ci siamo concentrati sull’altro libro realizzato insieme allo youtuber, Big in Japan (Rizzoli Lizard, 2018), anche perché legato a un’esperienza di viaggio importante, che i due autori hanno fatto insieme. Stessa cosa per Non è mica la fine del mondo (Rizzoli Lizard, 2019), realizzato con Francesca Riccioni; con lei abbiamo preferito parlare di Enigma, una vera pietra miliare.

***
L’appuntamento per passare un’altra serata con Tuono Pettinato grazie alla visione di questo documentario così accurato e commovente, lo offre il Cinema Arsenale di Pisa, dove sarà proiettato lunedì 6 dicembre alle 20.30, alla presenza del regista e con la collaborazione di Lucca Comics&Games. Antonio Capellupo, direttore artistico del cinema commenta così l’iniziativa: «Spero che questa possa essere il primo di una serie di appuntamenti dedicati all’amico Andrea Paggiaro e al fumettista Tuono Pettintato, che collaborava da almeno dieci anni con il nostro cinema, curando delle deliziose strisce e illustrazioni indimenticabili. Cinema e fumetto erano due aspetti complementari nella sua sconfinata cerchia di interessi e all’Arsenale aveva trovato una casa. Aveva la perfidia perfetta di Klaus Kinski, attore che adorava, ma sarebbe potuto essere un personaggio di un film di Jaques Tati. È molto bello pensare che ci sia un film che lo racconta oggi