Al Sole 24 Ore piove sul bagnato, se è concesso un ossimoro: ieri al termine di una assemblea straordinaria dei redattori sulla tempesta finanziaria dai risvolti penali che si è abbattuta sul quotidiano nell’ultima settimana e che ne mette seriamente a rischio la sua stessa uscita in edicola, è stato sonoramente sfiduciato il direttore, Roberto Napoletano.

Dalle urne, a scrutinio segreto dunque, è uscita una bocciatura storica per il direttore che ha portato il giornale rosa di Confindustria sull’orlo del fallimento: hanno votato contro di lui in 151 su 203 votanti (4 bianche e 3 nulle), su una platea di 225 aventi diritto. A suo favore sono rimasti solo in 45.

I risultati dicono dunque che il 74,4 percento dei giornalisti che hanno espresso una opinione su di lui, vorrebbero le sue dimissioni, cosa che fece l’unico altro direttore sfiduciato della storia del Sole 24 Ore, Gianni Riotta, che si dimise dopo aver ricevuto un verdetto contrario, sempre consultivo ma significativo, dal 70 per cento della redazione.

I problemi del Sole però ormai oltrepassano di gran lunga quello del direttore.

Ieri la notizia della bocciatura è piombata sulla riunione straordinaria del consiglio d’amministrazione in vista di una prossima trattativa con le banche creditrici, le uniche che dopo il fallito tentativo di salvataggio Luiss-Marcegaglia possono ora evitare il patatrac definitivo e garantire la sopravvivenza dell’azienda che ha accumulato 50 milioni di rosso nei primi sei mesi dell’anno. In realtà il cda a norma di legge è in carica solo per l’ordinaria amministrazione perché con Giorgio Squinzi si sono dimessi altri 5 consiglieri (quindi 6 su 11) e prima di novembre, a quanto pare, non sarà possibile nominare un nuovo consiglio.

Il cda in ogni caso, anche se in regime di prorogatio, ha confermato la fiducia a Napoletano e rinviato tutto alla prossima seduta del 14 novembre dedicata proprio alla nomina del nuovo organo amministrativo.

L’ad del Sole Gabriele Del Torchio la scorsa settimana, quando il caso è scoppiato e la procura di Milano ha aperto un fascicolo per aggiotaggio e falso in bilancio, ha avuto un infarto. È stato quindi nominato un nuovo presidente del cda, Carlo Robiglio, affiancato da Luigi Abete come vice, entrambi con incarichi a tempo, in attesa di un miglioramento delle condizioni di salute di Del Torchio.

Il tempo corre e ciò che spaventa di più è la necessaria predisposizione del bilancio di fine anno, che con ogni probabilità vedrà un passivo di almeno 70-80 milioni.

Ciò che serve è una ricapitalizzazione, che Confindustria – per tramite del suo presidente Vincenzo Boccia, azionista di maggioranza del quotidiano – non è, a quanto pare, in grado di fare.

Il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, in serata ha comunque condiviso il comunicato del Consiglio di Amministrazione del Sole 24 Ore e confermato la fiducia al direttore, auspicando che “in questa fase delicata si recuperi quel clima di armonia e serenità necessario per affrontare sfide difficili”.

Le banche creditrici, capofila BancaIntesa, dovrebbero a questo punto dirsi disponibili a una ristrutturazione del debito per evitare il fallimento. L’unica via pare essere quella di convertire i crediti bancari in azioni.

Questo passaggio potrebbe essere deciso in tempi relativamente brevi oppure il rientro dei capitali prestati all’azienda che edita il Sole potrebbe essere concordata su tempi medio-lunghi in modo da date tempo a Confindustria di mettere in campo un «cavaliere bianco» o una cordata di imprenditori. Unico spiraglio possibile in un inverno nero per i giornalisti.