Si riaccende il dibattito in Tunisia sull’abolizione del reato di omosessualità, punito con la reclusione fino a tre anni dall’art. 230 del codice penale.

Per le associazioni per i diritti Lgbt, che si battono per la depenalizzazione da tempo, e in particolare dalla rivoluzione del 2011, la norma sarebbe anche in contrasto con la nuova Costituzione tunisina varata nel 2014.

A riaprire la questione è stata una sentenza della Corte d’appello di Sousse, che ha ridotto fortemente la pena per sei studenti universitari condannati nel dicembre scorso a tre anni di carcere per omosessualità dal Tribunale di Kairouan: ora per i sei giovani, in libertà, restano formalmente solo un mese di reclusione e 400 dinari di multa, ma la sentenza non soddisfa né l’associazione «Shams per la depenalizzazione dell’omosessualità in Tunisia», né i difensori dei giovani.