In seguito alle elezioni municipali del 6 maggio 2018, tutti i politici sono concordi nel dire che i loro partiti sono i veri vincitori di queste elezioni, in una sola parola potremmo definire questo atteggiamento: trionfalismo.

Destra, sinistra, liberali, fanatici, centristi, estremisti, hanno una sola formula in bocca: «Abbiamo trionfato, siamo i migliori e i più forti», in altre parole, un grande sentimento di auto-soddisfazione.

Eppure, l’elettore tunisino e soprattutto il non elettore, hanno espresso dei segnali molto forti attraverso lo scrutinio di domenica, solo che i politici affetti di cecità acuta, sono fino ad adesso nell’incapacità di leggere i segnali espressi dall’elettorato.

La prima osservazione lampante agli occhi di tutti politici e non, é proprio l’astensione massiccia. L’ Isie, l’Istituto indipendente superiore per le elezioni, stima il numero degli elettori che non si sono recati alle urne a circa il 65 per cento della popolazione votante, ossia 5.369.943. A questo però si aggiunge un carattere alquanto positivo, ovvero quello della maggior parte degli eletti nei consigli municipali che ha meno di 40 anni e quasi il 50 per cento é composta da donne.

L’elettorato, secondo i dati trasmessi dall’Isie, é composto da donne e uomini tra i 45 e i 50 anni, che si sono recati domenica nei diversi uffici elettorali, per poter esprimere e per la prima volta un voto libero e democratico. Ma come si può spiegare questo tasso così elevato di astensioni giovanili ?

Sempre secondo i dati dell’Isie, l’astensionismo tra i giovani dai 18 ai 40 anni, si eleva a circa il 77 per cento. Ne risulta un quadro abbastanza pessimistico, dovuto essenzialmente alla sfiducia da parte dei giovani al sistema politico e a tutti i partiti in generale, sfiducia dovuta anche ai ripetitivi e monotoni discorsi della maggior parte dei comizi politici.

I giovani, con il loro non recarsi alle urne, hanno voluto tradurre la loro disillusione, la loro rabbia e l’esasperazione nei confronti di tutti i partiti politici. Sappiamo che questo non è solo una caratteristica che riscontriamo in Tunisia ma anche in tanti paesi europei come l’Italia, in cui il sistema politico viene ripetutamente criticato e boicottato dalle giovani generazioni.

La grande sorpresa comunque di queste elezioni municipali libere e democratiche è data dalle liste indipendenti che vengono e devono essere considerate le vere vincitrici di questo scrutinio, con un risultato che va oltre il 32,3 per cento dei seggi dei consigli municipali. Donne e uomini e per la maggior parte dei casi, veri indipendenti, professionisti stimati, competenti, sono riusciti in modo semplice a trasmettere un sentimento di fiducia e di lealtà.

E’ il caso della lista indipendente La Marsa change con il capolista Slim Meherzi, nella città de La Marsa, la chic periferia a nord di Tunisi, che é riuscito ad imporsi con oltre il 35 per cento dei suffraggi o come ancora Fadhel Moussa, un ex militante di sinistra, molto apprezzato per la sua indipendenza e onestà intellettuale, che nel governatorato dell’Ariana é riuscito ad avere oltre il 35 per cento, posizionandosi davanti ai due maggiori partiti Nida e Ennahdha.

Non bisogna però pensare che altre città del centro o del sud siano state risparmiate da questa nuova ondata di rinnovamento politico, è il caso delle isole Kerkenna, di fronte a Sfax, di Tozeur nel profondo sud tunisino o ancora Mahdia, Kelibia, città del Capo Bono e molte altre ancora.

I due grossi partiti politici, il progressista Nida Tounes, partito al quale appartiene il presidente della repubblica Beji Caid Essebsi e il movimento islamista conservatore Ennahdha, diretto dall’islamista Rached Ghannouchi, hanno riportato ripettivamente il 20,8 e il 28,6 per cento, ma per questo non possiamo di certo considerare il movimento ennahdha, vincitore delle elezioni, soprattutto se teniamo presente il numero dei «fedeli» del movimento che è diminuito di oltre i 2/3 rispetto alle prime elezioni libere del paese del 2011 passando da circa un milione e mezzo a quattrocentomila.

Anche il partito Nida Tounes, partito vincente alle elezioni del 2014, perde dei voti, piazzandosi su scala nazionale al secondo posto. Non possiamo di certo dire che « les jeux sont faits » e a chi andranno certi comuni come per esempio quello della capitale Tunisi, in cui ha vinto la candidata del movimento conservatore islamista Souad Abderrahim, strappando 21 seggi su 60, contro 17 per Nida e 10 per le liste indipendenti.

Tuttavia, questa vincita dipenderà dagli accordi e dalle allenze che Nida Tounes potrà fare con altri partiti o liste indipendenti, anche se non molti sembrano intenzionati a fare dei regali o a scendere a compromessi con i due partiti.

E il caso per esempio del Front populaire, ex partito comunista che arrivando terzo, sempre tra i partiti politici, conquista il 3,6 per cento con 259 eletti. Altro partito che non intenderebbe scendere a compromessi é il Courant démocratique che è una scissione del Congrès pour la République (Cpr) ex partito presidenziale unitosi al movimento Al-Irada e diretto dall’ex capo di stato Moncef Marzouki, classificatosi quarto con il 2,85 per cento e 205 eletti.

Quanto agli altri partiti eletti nei consigli municipali ricordiamo Mashrou3 Tounes con l’1,72 per cento e 124 seggi, il Mouvement Achaab con l’1,39 per cento e 100 seggi…

La Tunisia é una giovane democrazia moderna molto proiettata culturalmente, geograficamente e economicamente verso l’Europa e a soli 53km dall’isola italiana di Pantelleria e a 135 Km dalle coste siciliane, è quindi dovere dell’Europa di aiutare questo paese a percorrere il lungo e non facile cammino per il rafforzamento di un sistema democratico, libero e laico.

L’autore insegna all’Université de la Manouba di Tunisi