Nonostante le difficoltà dell’editoria tunisina, la 34ª Fiera internazionale del Libro di Tunisi ha aperto, qualche giorno fa, le sue porte nel Parco delle esposizioni del Kram, nel cuore della capitale maghrebina.

La kermesse, in corso fino al 15 aprile, è ospitata da un paese dalla salute editoriale e libraria molto precaria: uno studio pubblicato alla fine del 2016 rilevava, infatti, che oltre il 79% dei tunisini non possedeva un libro in casa, se si esclude il Corano, che solo l’8% aveva letto almeno un libro negli ultimi dodici mesi e che nello stesso periodo l’81% non aveva letto alcun testo all’infuori del libro sacro.
Dati ancor più allarmanti se messi in relazione con i numeri dei libri stampati, delle biblioteche e degli editori presenti sul territorio. Il paese dispone infatti di 420 biblioteche pubbliche, di cui 360 locali, 24 regionali e 36 ambulanti. 7.601.203 il numero di volumi contenuti in queste biblioteche: in media 1,49 per ogni singolo cittadino. Purtroppo, solo 171.254 – su circa 11 milioni di abitanti – gli abbonati ai circoli letterari e alle biblioteche pubbliche.

In questo scenario, la Fiera del Libro di Tunisi è un’operazione coraggiosa e di alto valore sociale, oltre che culturale, come illustrano altre cifre, relative all’odierna edizione: 775 gli editori presenti, provenienti da 32 paesi diversi; 126 editori tunisini, 184 arabi, 429 francesi e 36 di diverse altre nazionalità. Pur non vantando i grandi numeri delle omologhe rassegne di Beirut e del Cairo, la fiera tunisina resiste e cresce, fatta eccezione per l’assenza dalle scene del 2014, anno in cui non non si era svolta per motivi di sicurezza.
E se la Tunisia potesse ripartire dal libro? È forse questa la domanda, o per meglio dire l’obiettivo, che gli organizzatori si sono posti anche quest’anno. «La fiera – ci ha spiegato il direttore, Shukri Mabkhout, autore del romanzo L’Italiano (pubblicato nel nostro paese da e/o) – è una vera locomotiva per la rivalutazione del libro come strumento di conoscenza. Nonostante il progresso tecnologico, il libro resta il mezzo attraverso cui diffondere le idee. La lettura è un momento di condivisione e scambio privilegiato, incoraggia l’auto-costruzione e promuove l’autodeterminazione. E questo nella nostra società è molto importante». Ancor più significativo poi in un’edizione dedicata alla figura femminile.
«La storia avanza grazie alle donne. La loro emancipazione è alla base del processo democratico in Tunisia», spiega Mabkhout. Perciò, «questa edizione vuole essere un omaggio alla loro tenacia e al loro attivismo. Fa infatti parte del programma anche una mostra dedicata alla lotta delle donne tunisine prima e dopo la colonizzazione francese».

Fiore all’occhiello nel fitto calendario di attività è «Abbiamo letto per essere più belli», un focus pensato per avvicinare le nuove generazioni alla lettura. E a proposito di editoria per ragazzi, non sono mancati nemmeno i colpi di scena: uno stand che esponeva un libro per bambini è stato chiuso a pochi giorni dall’apertura della Fiera a causa di un volume il cui contenuto è stato considerato di incitamento alla violenza e al jihad. A comunicarlo il presidente della Commissione degli espositori, Imed Tahari.

Dopo il Libano, nell’edizione 2017, il paese ospite d’onore di quest’anno è l’Algeria: una decisione che sottolinea la storica amicizia tra i due paesi. «L’abbiamo scelta anche per ragioni che vanno oltre la vicinanza geografica – sottolinea ancora Mabkhout – L’Algeria ha subìto enormi trasformazioni dal punto di vista politico, sociale ed economico e questi sconvolgimenti hanno generato produzioni letterarie di grande valore. Un esempio è la brillante penna di Kamel Daoud che è stato nostro ospite». Daoud ha presentato al Kram il suo Zabor ou Les psaumes (pubblicato lo scorso anno da Actes Sud in Francia) in occasione dell’uscita in contemporanea del libro ad Algeri e Tunisi. L’Algeria ha portato in fiera anche molti giovani scrittori, per i quali questa è un’occasione di visibilità internazionale, ma anche la sua esperienza in materia di copyright, tema centrale di molti panel e incontri con il pubblico.
In questi giorni si è reso omaggio anche alla memoria di diversi intellettuali del mondo arabo: l’attrice teatrale tunisina Raja Ben Ammar, lo storico e islamologo Mohamed Talbi, il saudita Mohamed Hassan Alwane, i palestinesi Rabai Al Madhoun e Yahya Yakhlef.

Per l’importante varietà di nomi, di eventi e di temi trattati, conclude Mabkhout, «questa fiera è una porta aperta per tutti quelli che vogliono ottenere conoscenza. Non riguarda solo spazi fisici, ma favorisce gli scambi tra editori di diverse lingue e culture e riproduce le gerarchie del patrimonio culturale mondiale».