La Grecia potrebbe seguire le orme della Spagna ed andare ad elezioni politiche il prossimo maggio, in concomitanza con le europee e le amministrative. La data potrebbe essere, secondo i ben informati, quella del 26 maggio e la decisione sarebbe già stata presa da Alexis Tsipras e dai suoi più stretti collaboratori. Anche se c’è chi pensa che il leader di Syriza potrebbe stupire tutti e decidere di sfruttare a pieno la legislatura, arrivando fino alla scadenza di ottobre, per ora sembra prevalere la possibilità di un election day in primavera, e ci sono dei precisi motivi a supporto di questa tesi.

Innanzitutto, si pensa che la sinistra greca potrebbe sfruttare il momento difficile che stanno attraversando gli ex socialisti, il piccolo partito centrista il Fiume e i nazionalisti dei “Greci Indipendenti”, che hanno governato per quattro anni con Syriza.

Per quanto riguarda questi ultimi, molti loro esponenti hanno deciso di non seguire l’ex ministro della difesa, Panos Kammenos, il quale si è dimesso e ha tolto l’appoggio al governo, a causa della firma del compromesso con i vicini della «Macedonia del Nord».

I socialisti si trovano impantanati tra due scelte: puntare su una futura alleanza con Syriza o con il centrodestra di Nuova Democrazia. Quanto al Fiume, sta rischiando l’estinzione politica.

Sono tutti elementi che potrebbero avvantaggiare il partito di Alexis Tsipras, che mira, in qualche modo, a raccogliere l’eredità del Pasok di Andreas Papandreou, che ha governato la Grecia negli anni ’80. Un partito socialista di sinistra, il quale non ha mancato di esprimere i propri dissensi all’interno dell’allora Comunità Europea ed ha lavorato per la coesione sociale. Provocando, certo, anche un evidente aumento del debito pubblico.

Allo stesso tempo, ora il governo di Atene sembra essere convinto del fatto che le misure a favore delle classi sociali più deboli messe in campo negli ultimi mesi (tra cui il ritorno ai contratti collettivi di lavoro e l’aumento dello stipendio minimo) possano aiutare a colmare il divario con i conservatori, che vengono ancora dati per favoriti nei sondaggi.

Bisognerà vedere, certo, quanta distanza potrà essere coperta. Ad oggi, molti pensano che una buona gestione della campagna elettorale, potrebbe far arrivare al voto i due schieramenti quasi appaiati. O che nella peggiore delle ipotesi, la differenza a favore dei conservatori non dovrebbe superare i tre o quattro punti percentuali.

Anche il leader dei conservatori, Kyriakos Mitsotakis, ritiene comunque che alla fine il parlamento di Atene verrà rinnovato in maggio, assieme alla scelta per i rappresentanti della Grecia all’Europarlamento.

Secondo alcuni osservatori, poi, la scelta di un election day in primavera, permetterebbe al governo di non rischiare di trovarsi in difficoltà, in estate, in previsione di nuovi vasti incendi. Basti pensare che la scorsa estate nell’Attica ci furono oltre 100 vittime.

Tsipras, ovviamente, non mostrerà le sue carte fino all’ultimo, anche per giocare sull’effetto sorpresa, nell’intento di sottrarre l’iniziativa politica agli avversari.

All’interno di Syriza, c’è chi gli ricorda che se rinviasse il round legislativo per ottobre, potrebbe assicurarsi un altro punto a suo favore: riuscire a posticipare o cancellare la riduzione della «no-tax area», pattuita in passato con i creditori. Un ragionamento sensato. Ma in un’epoca in cui i ritmi della politica sono ormai velocissimi, ogni rinvio – anche in Grecia – nasconde, sempre, più di una incognita.