Syriza è sempre più vicina alla socialdemocrazia europea? «Il nostro obiettivo è che sia la socialdemocrazia ad avvicinarsi alla sinistra e alle nostre radici», dice Alexis Tsipras rispondendo alla domanda del giornalista Teodoro Andreadis Synghellakis. La cornice è quella del festival di Articolo 1 – Movimento democratico e progressista.

SUL PALCO insieme all’ospite speciale ci sono due giornalisti che lo intervistano: Synghellakis e Luca Telese. «Ma la verità – continua l’ex premier greco – è che tutte le forze progressiste devono capire che il grande avversario è l’estrema destra. Contro questo nemico serve un fronte europeo vastissimo che parta dalla sinistra della sinistra e arrivi fino ai confini del centro progressista». Se questo fronte debba includere anche Matteo Renzi ed Emmanuel Macron, Tsipras preferisce non specificarlo. «Deve arrivare fin dove sarà più efficace la resistenza contro l’estrema destra – dice a il manifesto – Non sto parlando di un partito uniforme, ma di un fronte comune per fermare l’ascesa di quelle forze politiche».

IL LEADER DI SYRIZA arriva con un po’ di ritardo nel grande spiazzo del Foro Boario, teatro del festival. Ha avuto una giornata romana ricca di incontri istituzionali: prima il presidente della Camera Roberto Fico, poi una delegazione di esponenti del Partito Democratico e infine il Commissario europeo agli affari economici ed ex primo ministro Paolo Gentiloni. Tsipras è accolto da applausi, richieste di selfie e saluti. Tra il pubblico va a cercare Luciana Castellina, seduta in prima fila, e la abbraccia. «Un applauso alla più giovane militante di Syriza» dice dal palco Telese. I due giornalisti sottopongono l’esponente politico a una fitta batteria di domande sugli scenari greci ed europei, tra passato recente, presente e futuro prossimo. Si parla dell’ondata di rabbia e proteste iniziate quasi dieci anni fa nella penisola ellenica e approdata in Francia con i Gilet Gialli, della perdita di rappresentanza delle classi popolari da parte della sinistra, dell’attuale egemonia del modello economico neoliberale, dei movimenti migratori e dell’accordo tra Grecia e Macedonia del Nord.

TSIPRAS RIVENDICA TUTTO quello che ha fatto durante i quattro anni di governo «in una situazione difficilissima segnata dalla più grave crisi economica dal ritorno della democrazia». Dice che il suo partito ha mantenuto un rapporto privilegiato con le componenti sociali più svantaggiate, mentre si è indebolito quello con i ceti medi, anche a causa delle distorsioni mediatiche di alcune misure varate dall’esecutivo soprattutto in materia fiscale. Afferma che le risposte populiste e nazionaliste ai flussi migratori servono solo a ottenere voti, ma sul lungo periodo sono inefficaci perché senza fermare le guerre e ridistribuire la ricchezza a livello globale le persone continueranno a muoversi. Nel frattempo, dice il leader di Syriza, servono soluzioni europee e politiche di integrazione sociale per migranti e rifugiati. Tsipras rivendica con orgoglio anche l’accordo di Prespes sul nome della Macedonia del nord. «A livello elettorale ci è costato più di quelli con l’Unione Europea, ma comunque andava fatto».

QUANDO gli viene chiesto se apprezza il nuovo governo italiano, il Conte bis, si prende un attimo di tempo, una pausa scandita da un sorriso. Poi dice: «Apprezzo che sia stato fatto». Prima di chiudere il dibattito, risponde a Telese guardando avanti, sul futuro del suo partito e della sinistra, in Grecia e in Europa. «Il futuro della sinistra non si scrive da sé, né lo scrivono i leader – afferma – Dipende dalle lotte, dalla partecipazione del popolo, dalle battaglie dei cittadini». Negli ultimi quattro anni i grandi assenti dalla scena politica greca sono stati proprio i movimenti che avevano portato Syriza al governo. Adesso è chiaro a tutti che sono più necessari che mai.