Arriverà ad ore la decisione di Barbara Spinelli sull’entrare o no nel parlamento di Strasburgo a nome dell’Altra Europa. In tutta la campagna per le europee la capolista nelle circoscrizione centro e sud, editorialista di pretsigio di Repubblica, aveva giurato di non cambiare mestiere. Il ripensamento è arrivato subito dopo la vittoria della lista, acciuffata per un soffio (il 4,03). Ieri è il leader greco Alexis Tsipras le ha ufficialmente chiesto di accettare: «Capisco che ciò che ti chiedo forse vada oltre i tuoi progetti personali, e tuttavia sono costretto a chiedertelo, considerando il tuo ruolo fortemente garante per la continuazione del progetto».

La lettera cerca di mettere la parola fine ai malumori che l’incertezza ha creato nei due partiti che hanno aderito alla lista unitaria,  Sel e Prc, ma anche fra i comitati territoriali impegnati oggi nel lancio dell’esperienza unitaria. All’apparenza potrebbe sembrare una puntata dell’eterno scontro partiti-società impegnata, grande classico della sinistra. Invece stavolta il malumore per l’improvviso ripensamento è molto trasversale. Certo è che se Spinelli deciderà di andare a Strasburgo, uno dei due possibili subentranti (sui tre conquistati) resterà fuori, magari a tempo: la scelta è fra un nome di Sel, il giovane Marco Furfaro primo dei non eletti al centro,  vicino ai movimenti e nuova generazione del partito di Vendola; oppure Eleonora Forenza, femminista, anche lei giovane dirigente del Prc. Tsipras, leader della coalizione della sinistra radicale Syriza che di anime ne ha almeno sette, e quindi esperto di delicate relazioni fra le organizzazioni di sinistra, mette tutto il suo peso politico dalla parte di Spinelli davanti a militanti e elettori: «Vorrei che tu considerassi», scrive a Spinelli, «sia il fatto che la tua presenza nel Parlamento europeo è molto importante, particolarmente nel periodo iniziale, sia l’ansia di tutti noi di mantenere l’unità e la continuazione del nostro magnifico lavoro nel tuo paese».

Al leader greco piacerebbe avere la figlia di Altiero fra le sue file, almeno nel semestre di presidenza italiana. La vorrebbe proporre come vicepresidente del parlamento. E c’è chi assicura che le grandi famiglie europee non potrebbero dire no alla figlia di Altiero, padre nobile del federalismo europeo cui è dedicata l’ala principale del palazzo di Bruxelles, oltreché le aule universitarie di mezzo continente.

Però l’opzione fra un nome di Sel o uno del Prc comporta controindicazioni in ogni caso: Sel affronta un difficile dibattito interno fra entusiasti e scettici della lista Tsipras; il Prc aveva festeggiato la fine dell’”extraparlamentarismo” inaugurato nel 2008. Gli strascichi nel corpo vivo dei militanti potrebbero rovinare l’entusiasmo della vittoria e azzoppare l’esperienza unitaria nascente; se ne vede già un saggio in queste ore sulla rete. A meno di un accordo condiviso fra tutte le anime della lista. Fra i garanti prevale l’ottimismo. Il dossier è in mano al portavoce Marco Revelli. Tsipras stesso sembra chiedere a Spinelli una scelta almeno «per il periodo iniziale».

Intanto ieri Nichi Vendola è volato a Bruxelles per incontrare Tsipras, ma anche il socialdemocratico Martin Shulz, che in tutta la campagna ha indicato come interlocutore della lista italiana. «Per noi è fondamentale il patto fatto con Tsipras, ed è molto importante che in Ue ci sia una sinistra capace di rinnovarsi e di incalzare il partito del socialismo europeo per costruire un fronte largo contro l’austerity», spiega Vendola. E a chi gli chiede a quale gruppo aderirà un eventuale europarlamentare di Sel, risponde: «Difficile immaginare che chi è stato eletto con l’Altra Europa per Tsipras possa militare nel gruppo Socialisti e democratici». Comunque Vendola  assicura che rispetterà la decisione di Barbara Spinelli quando saprà «quale sarà la sua decisione».

Ma intanto la scelta del Gue, con o senza eurodeputato, è duramente contestata da Claudio Fava: una scelta «grave», «un cambio di rotta irresponsabile, mai discusso nel partito, che muta profondamente la natura di Sel», Vendola «ha parlato a titolo personale». Parole a loro volta pesanti, alle quali risponde Arturo Scotto, anche lui agli incontri di Bruxelles: gli eletti, spiega, «non sono né di Sel ne di qualcun altro, ma dell’Altra Europa con Tsipras’ e dunque innanzitutto con lui si orienteranno».