Trump vuole riscrivere il Muslim ban. Retate di irregolari in sei Stati
Terminal America È caccia agli immigrati dalla California a New York e Chicago. Prime conferme al dossier della Cnn sui suoi legami con Mosca
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«Rotto», così Donald Trump ha definito il sistema legale americano, il giorno dopo aver suggerito che la Casa Bianca, invece di ricorrere alla Corte Suprema per difendere l’ordine esecutivo anti immigrati provenienti da sette Paesi musulmani – o Muslim ban -, potrebbe rilasciare un nuovo decreto immigrazione, all’inizio della prossima settimana.
L’idea è quella di riscrivere l’ordine esecutivo, in quanto uno dei grossi problemi di quello vecchio, sistematicamente bocciato da ogni Corte, sta nella scrittura legale approssimativa e piena di errori. «Faremo qualcosa di molto rapido e che ha a che fare con la sicurezza del nostro Paese – ha detto Trump nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca con il primo ministro giapponese Shinzo Abe – Vedrete durante la prossima settimana. Inoltre, continueremo anche a passare attraverso la Corte e non ho alcun dubbio che vinceremo questa battaglia».
Ora bisogna vedere come verrà riscritto il decreto in quanto non sembra che la scrittura legale sia il punto di forza di questa amministrazione: un altro decreto di Trump, quello riguardante il divieto per i funzionari dell’amministrazione di diventare lobbisti, oltre a rimuovere alcune delle regole etiche introdotte da Obama, cita anche una sezione di una legge che non esiste, la «Sezione 207 del titolo 28, del codice legale degli Stati Uniti». L’errore è doppiamente strano in quanto gran parte del decreto di Trump è stato copiato parola per parola da un precedente ordine di Obama. La Casa Bianca non ha risposto a una richiesta di commento.
Sono molte le domande a cui la Casa Bianca non risponde, ad esempio quelle della Cnn sul dossier su Donald Trump dell’ex agente britannico Cristopher Steele, un tempo operativo a Mosca. I contenuti, altamente compromettenti per Trump, vanno da festini hardcore in un albergo di Mosca, a tangenti pagate per ingraziarsi le autorità russe in vista di possibili affari, fino ai contatti con l’intelligence di Mosca sull’hackeraggio dello staff di Hillary Clinton.
La Cnn cita funzionari dell’intelligence e della Giustizia Usa che danno agli inquirenti maggiore fiducia nella credibilità del dossier sulle parti che «non riguardano gli aspetti piccanti del rapporto, ma colloqui tra cittadini stranieri che effettivamente si sono svolti nei tempi e modi descritti, inclusi elementi legati al governo, intercettati durante operazioni di routine dell’intelligence». Alcune delle persone intercettate «sono note alla community dell’intelligence Usa per essere state pesantemente impegnate nella raccolta di informazioni dannose per Hillary Clinton e favorevoli a Trump».
Contattato per un commento dall’emittente Usa il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha risposto come di prassi: «Continuiamo a essere disgustati dalle false notizie della Cnn».
Fatto sta che la Russia continua a ricomparire: sempre secondo «funzionari ed ex funzionari governativi statunitensi», Michael Flynn, il consigliere per la sicurezza nazionale, avrebbe discusso con l’ambasciatore russo negli Usa Syarhey Kisliak, delle sanzioni statunitensi al suo Paese, settimane prima dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca.
Il colloquio, secondo il New York Times e il Washington Post, prefigurerebbe una violazione del Logan Act, la norma che proibisce ai privati cittadini, qual era Flynn ai tempi, di intraprendere attività diplomatiche. Stando alle indiscrezioni riprese dai due quotidiani Usa, Flynn avrebbe insistito presso l’ambasciatore russo affinché Mosca non adottasse rappresaglie in risposta alle sanzioni di Obama, assicurando un atteggiamento morbido da parte di Trump.
Per niente morbido invece è l’atteggiamento di questa amministrazione con gli illegali. Nell’ultima settimana in almeno sei Stati sono stati migliaia gli arresti in quella che si sta delineando come una vera e propria ondata di raid ordinati dalle autorità che si occupano di immigrazione e sicurezza dei confini. L’obiettivo doveva essere arrestare e rimpatriare immigrati con la fedina penale sporca, ma ad essere arrestate e rimpatriate per ora sono molte persone senza precedenti. Le città più colpite dalle retate sono Atlanta, Chicago, New York, Los Angeles e aree del North e South Carolina seguite da Florida, Kansas, Texas e North Virginia.
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