Le quotidiane conferenze stampa di Trump per aggiornare sull’emergenza pandemia sono sempre più dei comizi elettorali in cui il tycoon si scaglia contro chi lo critica.

A fare infuriare Trump ci si sono messi due elementi: le critiche dei media alla sua risposta troppo lenta alla pandemia e i patti regionali formati dai governatori per riaprire gli Stati ai loro tempi e alle loro condizioni.

The Donald vorrebbe riaprire tutto il primo maggio, i governatori non sono d’accordo nel farlo aprioristicamente. Così i governatori degli Stati di New York, New Jersey, Delaware, Massachusetts, Rhode Island, Pennsylvania e Connecticut si sono organizzati in quello che hanno chiamato «consorzio» per agire in modo coordinato e indipendentemente dai desideri di Trump.

Poco dopo hanno seguito lo stesso esempio i governatori di Washington State, Oregon e California. Tom Wolf, governatore della Pennsylvania, ha dichiarato: «Visto che secondo il presidente la responsabilità di chiudere lo Stato era solo nostra, penso che abbiamo anche la responsabilità di quando aprire».

Il punto per Gina Raimondo, governatrice di Rhode Island, «è che il virus se ne infischia dei confini e anche la nostra risposta dovrebbe farlo». Tutto questo ha fatto infuriare Trump che in conferenza stampa non l’ha nascosto.

The Donald ha aperto il briefing presentando un video in stile elettorale per difendere la sua risposta alla pandemia dive si vedevano commenti benevoli rivolti a lui e spezzoni di trasmissioni di Fox News con esperti che minimizzavano i rischi del coronavirus.

Poi ha invitato il consulente della Casa bianca, l’immunologo Anthony Fauci, a «chiarire» alcune sue dichiarazioni fatte alla Cnn e considerate negative nei confronti di Trump.

I giornalisti non hanno accettato passivamente questo stile da propaganda del caro leader e hanno incalzato il presidente che non ha risparmiato insulti e offese, in special modo alla corrispondente della Cbs Paula Reid, che aveva chiesto come avesse impiegato, in termini di protezione dei cittadini, il tempo che dice di aver guadagnato agendo «molto tempestivamente».

Trump ci ha tenuto a ripetere che il potere di aprire o meno gli Usa all’attività commerciale è solo suo. Quando gli è stato chiesto di definire il potere del presidente la risposta è stata lapidaria e spiazzante: «Totale».

Il concetto è stato reiterato più volte, Reid e i suoi colleghi hanno chiesto di citare gli articoli di legge e costituzionali che conferiscono il potere totale al presidente Usa e Trump ha genericamente parlato di decine di articoli per poi tagliare corto ripetendo insulti di corruzione, manipolazione e slealtà ai giornalisti.

«Il presidente deve ricordare che furono gli Stati a creare il governo federale e non il contrario e che non abbiamo un re, abbiamo un presidente – ha affermato il governatore di New York Andrew Cuomo nella sua conferenza stampa successiva – Vedo che il presidente non è contento e cerca lo scontro. Non lo farà con me. Non si tratta di democratici o repubblicani, ma di vite umane. Dimentica la dannata politica, ne abbiamo abbastanza».