Due giorni dopo il voto del Senato che ha assolto Trump per i due articoli di impeachment, il tycoon ha licenziato due testimoni chiave che, alla Camera, avevano deposto contro di lui. Si tratta del tenente colonnello Alexander Vindman, il massimo esperto ucraino del Consiglio di sicurezza nazionale, e dell’ambasciatore Usa presso l’Ue Gordon Sondland. Sia Sondland che Vindman avevano testimoniato dopo aver ricevuto un mandato di comparizione da parte del comitato di Intelligence della Camera, e avevano fornito alcune delle testimonianze più compromettenti per Trump.

Secondo il suo avvocato, David Pressman, Vindman, un veterano pluridecorato, naturalizzato americano e di origine ucraina, è stato scortato fuori dalla Casa Bianca dalla sicurezza dopo che gli era stato detto che i suoi servizi non erano più necessari. Anche il fratello gemello di Vindman, Yevgeny Vindman, un avvocato del Consiglio di sicurezza nazionale, è stato licenziato «all’improvviso e senza alcuna spiegazione, nonostante oltre due decenni di fedele servizio in questo paese», ha detto Pressman. Evgenij Vindman non aveva mai testimoniato o parlato pubblicamente della saga ucraina, ma il legame famigliare e stato sufficiente.

Alexander Vindman tornerà ora al Pentagono ma, secondo il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale John Ullyot «non si sa quale ruolo dovrà ricoprire». La sua testimonianza era stata una delle più emozionanti dell’impeachment, durante la quale aveva più volte espresso il suo amore e la sua fedeltà verso la patria d’adozione, aprendo la sua deposizione con un appello alla calma diretto al padre: «Non ti preoccupare- aveva detto Vindman – non potrà accedermi niente dicendo la verità. Qua siamo negli Usa».