Nei giorni scorsi Trump ha stabilito una drastica riduzione delle dimensioni di due parchi e monumenti nazionali, Bears Ears e Grand Staircase-Escalante in Utah. Questa mossa apre all’estrazione di petrolio e gas, attività minerarie, disboscamento su milioni di acri di terra protetta. La risoluzione non è piaciuta agli attivisti e ai nativi americani che abitano quelle terre e al loro fianco sono scese le grandi firme di abbigliamento e attrezzi per il tracking escursioni e sport all’aria aperta.

I nativi sostengono che la legge federale dà ai presidenti solo la possibilità di creare un monumento nazionale, non quella di ridimensionarlo e sono già state intentate due cause per tentare di bloccare la decisione su Grand Staircase-Escalante, che prevede di tagliare il monumento quasi a metà.

Il parco di Grand Staircase contiene scogliere panoramiche, canyon, cascate ed una delle più grandi riserve di carbone conosciute della nazione.
Patagonia, la prima firma a denunciare Trump, ha sostituito la sua solita home page con un messaggio severo: «Il Presidente ruba la tua terra». La compagnia californiana ha definito illegali le azioni di Trump.

Il Segretario degli interni Ryan Zinke ha risposto definendo le affermazioni di Patagonia «nefaste e false» e ha detto ai giornalisti che la terra presa di mira da Trump rimarrà protetta perché ancora sotto il controllo federale.

La parola finale la dovranno dare le Corti.