L’avvocato di Julian Assange, Edward Fitzgerald, ha affermato che un ex membro del Congresso americano aveva offerto, a nome di Donald Trump, la clemenza al fondatore di WikiLeaks se avesse negato il coinvolgimento della Russia nell’hackeraggio alle email del Comitato nazionale democratico (Dnc).

I legali di Assange hanno dichiarato alla corte di Westminster che a fare l’offerta in una visita a Londra nell’agosto 2017 era stata l’allora deputata Dana Rohrabacher, specificando di agire su istruzioni del presidente degli Stati uniti.

Rohrabacher ha confermato a Yahoo News di aver avuto una riunione di tre ore all’ambasciata ecuadoriana nell’agosto 2017 e di avere informato Assange del potenziale accordo con Trump. L’ex deputata ha dichiarato di averlo fatto per raccogliere prove riguardo una teoria, ampiamente sfatata, secondo cui a fare il leak delle email sarebbe stato l’ex membro del Dnc, Seth Rich, ucciso a Washington nel 2016, e non gli agenti dell’intelligence russa che avevano violato i sistemi di protezione informatica dei democratici.

La teoria di un leak dall’interno sarebbe stata funzionale per negare le conclusioni delle procure dell’intelligence Usa e dell’ex consigliere speciale Robert Mueller, secondo cui agenti russi avrebbero violato l’email del Dnc per passarle a WikiLeaks e renderle pubbliche.

La segretaria stampa della Casa bianca, Stephanie Grisham, ha definito l’affermazione di Fitzgerald una «fabbricazione completa». «Il presidente conosce a malapena Dana Rohrabacher – ha dichiarato Grisham – Sa solo che è un ex membro del Congresso. Non le ha mai parlato di questo argomento o di quasi nessun argomento. È una fabbricazione completa, una bugia totale. Probabilmente un’altra bufala senza fine del Dnc».