Tensioni pubbliche fra Donald Trump e il procuratore generale Jeff Sessions. I rapporti tra i due sono tesi da mesi, da quando il ministro della giustizia ha annunciato la propria astensione dalle indagini sul Russiagate, aprendo così la strada alla nomina di Robert Mueller come procuratore speciale.

Il presidente Trump è tornato ad attaccare Sessions in un tweet, definendo il suo lavoro «vergognoso». Sessions ha risposto con una dichiarazione rara, per difendere i suoi «integrità e onore».

Robert Mueller intanto sta indagando proprio sul tentativo di Trump, risalente alla scorsa estate, di cacciare Sessions. A riportarlo è il Washington Post che cita fonti secondo le quali Mueller punterebbe ad accertare se l’obiettivo del presidente fosse di sostituirlo con qualcuno per lui più duttile, disposto ad assumere il controllo delle indagini sul Russiagate.

Ma per Trump i dolori legati alle interferenze russe nelle elezioni del 2016 non terminano con Jeff Sessions. Il direttore delle comunicazioni della Casa bianca e uno dei suoi consiglieri più longevi, Hope Hicks, si è dimessa e la notizia è arrivata il giorno dopo che Hicks, durante la sua testimonianza davanti al Congresso sul Russiagate, aveva dichiarato che il suo lavoro richiede di tanto in tanto di dire «bugie bianche» al presidente, salvo poi precisare – in accordo con i suoi avvocati – di non aver mai mentito su tutto ciò che riguarda l’indagine sulle interferenze russe.

Nel corso dell’audizione durata circa nove ore, la 29enne ex modella Hicks non ha risposto a molte delle domande dei democratici. I membri della Commissione hanno fatto sapere che Hicks e i suoi avvocati, sotto pressione, a un certo punto hanno consultato la Casa bianca per poi decidere che la consigliera avrebbe risposto solo a domande relative al suo lavoro come capo ufficio stampa, ruolo ricoperto nel periodo di transizione tra la vittoria di Trump e il suo insediamento.

A seguito di ciò diventa più probabile che anche il procuratore speciale Mueller voglia decidere di approfondire questi punti e interrogarla nuovamente, nonostante l’abbia già sentita per oltre due giorni a dicembre.

L’ex collaboratrice in una nota ha spiegato di aver scelto «altre opportunità» e ha ringraziato Trump aggiungendo: «Non ci sono parole per esprimere in modo adeguato la mia gratitudine al presidente Trump. Auguro a lui e alla sua amministrazione davvero il meglio mentre continuano a guidare il nostro Paese».

Il lavoro di Hicks è stato «straordinario e dire che ci mancherà è un eufemismo», ha affermato in risposta il capo dello staff della Casa bianca, John Kelly, un’altra delle figure che sembra essere in bilico dentro l’amministrazione, dopo la revoca del nullaosta alla sicurezza del genero e consigliere di Trump, Jared Kushner.

Con le dimissioni di Hicks si allunga la già lunga lista dei collaboratori di Trump usciti di scena. Secondo il Wall Street Journal a sostituire Hicks arriverà Marcedes Schlaap, moglie del presidente dell’American Conservative Union, Matt Schlaap, che diventerebbe in un solo anno il quarto direttore della comunicazione del tycoon dopo Sean Spicer, Anthony Scaramucci e Hope Hicks.