Mentre a Seattle la sindaca Jenny Durkan ha annunciato che le forze dell’ordine torneranno «pacificamente e con gradualità» nel distretto che dall’8 giugno è controllato dai manifestanti di Black Lives Matter, Washington Dc ha visto il tentativo di far nascere un esperimento analogo di occupazione.

Usando recinzioni e barricate, alcuni manifestanti, durante la notte fra lunedì e martedì, hanno tentato di creare un perimetro intorno a un’area poco lontana dalla Casa Bianca, dichiarando la zona Black House Autonomous Zone.

La polizia è intervenuta anche usando spray urticante e ha fermato i manifestanti che stavano piantando delle tende, intenzionati a passare lì la notte.

Questo tentativo di occupazione non è piaciuto per niente a The Donald che ha già avvertito che Washington Dc non è Seattle e che niente di simile verrà tollerato, specialmente proprio davanti casa sua.

Martedì mattina Trump ha twittato che «non ci sarà mai» una zona autonoma nella capitale della nazione fintanto che lui sarà presidente, e ha promesso che altri tentativi «si scontreranno con una forza seria!».

Mentre partiva per il comizio che ha tenuto a Phoenix, in Arizona, Trump ha ringraziato la polizia per aver fermato i manifestanti che ha definito «vandali, teppisti, anarchici e agitatori».

«Ieri sera abbiamo fermato un attacco a un grande monumento di Andrew Jackson e Lafayette Park» ha detto Trump ai giornalisti, aggiungendo che «numerose persone» sono già state arrestate e altre lo saranno.

Trump ha poi nuovamente twittato per informare di avere già «autorizzato» il governo federale ad «arrestare chiunque vandalizzi o manometta qualsiasi monumento, statua o altra proprietà federale negli Stati Uniti, e che le infrazioni verranno sanzionate con una pena fino a 10 anni di carcere.

L’attacco alla statua di Jackson è ciò che più ha indignato Trump. Il presidente Jackson, che due secoli fa guidò la deportazione sistematica dei nativi americani ad ovest del Mississippi, è un suo eroe personale; il tycoon ha collocato proprio dietro la scrivania nell’ufficio ovale, una piccola replica della statua di Jackson che si trova nel parco di Lafayette, un ritratto di Jackson è appeso accanto alla scrivania, e all’inizio della sua amministrazione mise una corona sulla tomba di Jackson, a Nashville.

Nonostante il presidente abbia dichiarato che sono già stati fatti «numerosi» arresti, secondo un portavoce del Dipartimento per gli Interni, questi sono stati due, e non è davvero chiaro cosa Trump o le forze dell’ordine potrebbero fare se il tentativo di occupazione dovesse ripetersi, ma al momento la polizia sembra star pattugliano un perimetro più grande di quello individuato dagli attivisti per installare la zona autonoma, per scoraggiare una replica dell’occupazione.

Purtroppo per Trump le manifestazioni di Black Lives Matter continuano in tutti gli Usa e la discriminazione è stata il tema politico più importante durante le primarie dello Stato di New York dove, ieri, a sfidare il 73enne bianco Eliot Engel, al Congresso dal 1989, è arrivato, da sinistra, l’afroamericano Jamaal Bowman, 44 anni, cresciuto nelle case popolari e diventato il preside fondatore di una scuola media del Bronx.

Bowman durante la campagna elettorale ha raccontato di essere stato arrestato ingiustamente a causa del colore della sua pelle e di essere un acceso sostenitore della riduzione dei budget della polizia, posizione sostenuta anche da Alexandria Ocasio-Cortez e da Bernie Sanders, che gli hanno dato il loro endorsement.