L’amministrazione Trump ha ampliato il travel ban, la lista nera delle nazioni i cui cittadini che vogliono entrare negli Stati uniti, devono affrontare severe restrizioni.

Il nuovo stop riguarda sei Paesi ed è finalizzato principalmente a bloccare l’immigrazione dalla nazione più popolosa dell’Africa, la Nigeria. E dal Myanmar, dove la minoranza musulmana rohingya è in fuga dal genocidio. Il ban riguarda poi altri tre paesi africani, l’Eritrea, il Sudan e la Tanzania. E vari gradi di restrizioni riguardano il Kirghizistan. I visti di immigrazione saranno addirittura banditi per Nigeria, Myanmar, Eritrea e Kirghizistan. Mentre i cittadini del Sudan e della Tanzania che vogliono trasferirsi negli Usa non avranno più accesso alla lotteria della green card, il permesso di lavoro che ogni anno apre le porte del Paese a ben 50.000 persone.

I sei paesi hanno popolazioni prevalentemente musulmani e con questa mossa il numero totale di paesi i cui cittadini sono invisi a Trump è salito a 13.

Le nuove restrizioni entreranno in vigore il 22 febbraio ma non valgono per coloro che otterranno il visto prima di quella data. I visti temporanei, compresi quelli per studenti e per alcuni tipi di lavoro, nonché i visti riservati a potenziali dipendenti con competenze specializzate, non sono inclusi nel divieto.

L’estensione del travel ban e lo stop imposto per l’allarme coronavirus alla maggior parte dei cittadini stranieri provenienti dalla Cina, combinati insieme sembrano realizzare il sogno non troppo segreto di Trump di chiudersi all’interno di un paese popolato il più possibili da bianchi autctoni, e se provenienti da altre nazioni quanto meno ricchi, viste le restrizioni ai visti per coloro che, una volta entrati potrebbero aver bisogno di sostegni economici statali come i buoni pasto o le case popolari.

La mossa arriva alla vigilia del voto per le primarie democratiche che si terrà il 3 febbraio in Iowa, dove Trump sta inanellando comizi, e poco prima del discorso sullo stato dell’unione del 4, nonché della sua assoluzione al processo di impeachment prevista per il 5 febbraio. Per Trump è un modo di rimarcare chi comanda in America e che tipo di nazione rappresenta, molto lontana da quella meticcia dell’amministrazione precedente.

Nelle stesse ore Trump ha anche annullato la decisione di Obama di vietare l’uso di mine antiuomo fuori dalla penisola coreana, in quanto, secondo la nuova amministrazione, le restrizioni potrebbero mettere le forze statunitensi «in grave svantaggio in caso di conflitto».