Uno «scoop» dell’Atlantic fa letteralmente infuriare Donald Trump e lancia nella battaglia politica una parte di elettorato solitamente poco contendibile: i militari.

Secondo un articolo firmato dal direttore, Jeffrey Goldberg, in una visita di stato nel 2018 a Parigi Trump avrebbe disertato l’omaggio al cimitero militare della Marna dove sono seppelliti migliaia di soldati caduti nella Prima guerra mondiale.

I motivi: pioveva e non sarebbe stato buono per le foto e per la sua acconciatura (poco grave) e poi, secondo 4 fonti con conoscenza diretta, la frase che se vera rompe uno dei tabù che nessun capo di stato può violare: «Perché dovrei andare in quel cimitero? È pieno di perdenti (losers)».

Sempre secondo l’Atlantic, Trump avrebbe anche declinato la visita al cimitero di Belleau, pieno di marines della Prima guerra, perché erano «coglioni (suckers) che si sono fatti ammazzare». Sempre nel 2018, avrebbe chiesto di escludere i mutilati di guerra da una parata perché «nessuno vuole vedere quelle cose».

La lettura del pezzo ha talmente fatto infuriare il presidente che, tornato da un comizio in Pennsylvania, è schizzato in piena notte con i motori dell’Air Force one ancora rombanti sulla pista, inveendo contro i giornalisti incordonati: «Chiunque abbia detto quelle cose su di me dice bugie. Giuro su qualsiasi cosa che non ho mai offeso i nostri eroi caduti. Quale animale lo farebbe mai? Non sono andato in quel cimitero perché pioveva e l’elicottero non poteva volare».

Sta di fatto che tutti i media hanno tirato fuori le decine di volte in cui il presidente ha o avrebbe usato la parola «loser» o «sucker». A cominciare contro ex militari e avversari come McCain e Bush Sr ma anche semplici veterani iscritti al partito democratico.

Senza contare i rapporti burrascosi con i tanti ex generali che hanno lavorato nel suo staff negli ultimi quattro anni.

Sta di fatto che il consenso delle truppe verso il loro «comandante in capo» è in caduta libera. Se nel 2016 il 60% dei militari aveva votato per lui, un recente sondaggio del Military Times rivela che oggi il 41% voterebbe per Biden e solo il 37% per lui. Il 49,9% dei 1.023 militari consultati disapprova il presidente (e di questi solo il 16% si dichiara democratico).

Un crollo di consenso sorprendente ma non tanto. È il segno che la sua «strategia della tensione» non convince forze armate zeppe di donne, latinos e afroamericani nei ranghi più bassi e molto più «tradizionali», anche quando repubblicani, nei ranghi apicali tipo generali o tra gli ufficiali di carriera.

Lo stesso sondaggio, non a caso, identifica il «nazionalismo bianco» pericoloso per gli Usa quanto Al Qaeda o l’Isis.

È un dissenso da tutti i lati che naturalmente Joe Biden ha cominciato subito a cavalcare, con un «instant ad» dedicato proprio alla sostanziale e conclamata incapacità del presidente di comprendere le ragioni di chi mette in gioco la sua vita per un ideale discutibile quanto si vuole ma certamente non economico.