Il tema del controllo delle armi continua a mettere in crisi Trump che ha ricevuto alla Casa Bianca una delegazione di ragazzi sopravvissuti, genitori delle vittime e insegnanti del liceo Douglas di Parkland in Florida. Mentre si svolgeva l’incontro, fuori la Casa Bianca si teneva una manifestazione, così come accade dal giorno successivo la sparatoria, per chiedere una regolamentazione delle armi. nell’incontro con Trump, trasmesso in diretta da vari network tv, i toni si sono accesi, sono scorse lacrime, parole di dolore e rabbia: «Sono incazzato perché non vedrò più mia figlia. Quanti altri ragazzi ancora? – ha detto uno dei padri – Non chiuderò occhio finché non si farà qualcosa».

LA RISPOSTA che è arrivata è a dir poco incongrua, infatti per l’inquilino della Casa bianca la soluzione per evitare mass shooting nelle scuole d’America sta nell’aumentare il numero di armi e nell’armare insegnanti appositamente formati. «Una zona senza armi, per un maniaco è un invito a entrare e attaccare perché sono tutti codardi – ha detto Trump – Ma se ci fossero degli insegnanti capaci di usare le armi da fuoco, questi potrebbero mettere fine all’attacco molto velocemente», specificando poi che questo «varrebbe solo per quei i professori che hanno frequentato un addestramento speciale» e per un 20% del corpo docente.

Suscitando reazioni non proprio positive: «Gli insegnanti vanno piuttosto armati di conoscenza per prevenire queste stragi, per identificare i ragazzi a rischio prima che arrivino a quel punto – ha affermato Nicole Hockey, che ha perso il figlio di 6 anni nella strage nella scuola elementare Sandy Hook in Connecticut – Per favore parliamo di prevenzione. Aiutiamo la gente prima che arrivi ad una strage».

UNA SITUAZIONE simile l’ha vissuta anche il senatore Gop Marco Rubio in un incontro con studenti del liceo Douglas, parlamentari e rappresentanti della Nra (National Rifle Association), trasmesso dalla Cnn; Rubio si è detto contrario ad armare gli insegnanti, ma si è rifiutato di promettere che non accetterà più finanziamenti dalla Nra che per la sua campagna come senatore ha speso un milioni di dollari.

Mentre la Nra fa fuoco e fiamme anche per la proposta di alzare l’età minima per possedere un’arma, da 18 a 21 anni e accusa i media «di amare i mass shooting» e di soffiare sul fuoco, a sostegno dei ragazzi contro le armi sono arrivati Barack e Michelle Obama; «I giovani hanno contribuito a guidare tutti i nostri grandi movimenti. – ha scritto l’ex presidente – È stimolante vedere di nuovo così tanti studenti intelligenti e impavidi che difendono il loro diritto di essere al sicuro, marciare e organizzarsi per rifare il mondo come dovrebbe essere. Vi stavamo aspettando. Vi guardiamo le spalle».