Durante un comizio a Macon, Georgia, Trump ha accusato il suo sfidante Joe Biden e suo figlio Hunter di fare parte di una «famiglia criminale». Hunter – ha detto – «non ha guadagnato soldi finché suo padre non è diventato vicepresidente. La loro è un’impresa criminale, una delle più corrotte della storia americana».

DOPO I RISULTATI delle due Town Hall andate in onda contemporaneamente, dove la maggior parte degli americani ha preferito seguire Biden, The Donald ha cambiato registro, non attacca più Biden descrivendolo come un morto di sonno a malapena in grado di mettere insieme due frasi in croce senza incespicare; ora lo ritrae come un pericolosissimo malavitoso di lunga data.

Per buona parte del comizio Trump è tornato sulle e-mail che sarebbero state recuperate da un computer appartenente ad Hunter, e di cui ha parlato il tabloid New York Post in un articolo subito censurato da Facebook e Twitter in quanto non si conoscono le fonti della notizia. Quello delle e-mail di Hunter Biden per Trump «è lo scandalo politico più grande della storia americana, dopo le attività di spionaggio sulla mia campagna elettorale orchestrata da Obama». A questa affermazione dalla folla dei sostenitori è partito il coro «Arrestateli!», che ha fatto dire a Trump: «Concordo con voi al 100%. Arrestateli».

LA SCENA SEMBRA UN DEJA-VU del 2016, in realtà la situazione è ben peggiore. Nelle ultime tre settimane, il presidente ha pubblicamente esortato il procuratore generale William Barr a perseguire il suo avversario Joe Biden, e l’ex presidente Obama, per aver spiato la sua campagna del 2016, sebbene nessuna prova suggerisca che abbiano commesso un crimine. «Stiamo assistendo ad atteggiamenti che ci sono familiari quando provengono da posti come il Venezuela, la Turchia o l’Ungheria – ha duchiara6to alla Cnn Jennifer McCoy, professore di scienze politiche alla Georgia State University – Quando più persone dicono che vedono l’altra parte come una minaccia per la nazione, o che hanno paura dell’altra parte, la polarizzazione è già diventata piuttosto seria. Quando un gruppo vede l’altro come una minaccia, è molto più disposto ad accettare mosse antidemocratiche per vedere il proprio candidato rimanere al potere. C’è un modo per tornare indietro? Sì, ma non sarà facile».

Di certo c’è che Trump mentre soffia sul fuoco del divide et impera e accarezza sogni totalitari, usa tutti i mezzi legali per portare avanti un’agenda sempre più di destra, come l’esclusione degli illegali dal censimento. A questo proposito la Corte Suprema ha acconsentito a una rapida revisione del tentativo di Trump di escludere gli immigrati illegali, visto che i numeri del censimento vengono utilizzati per riassegnare i seggi al Congresso.

IL FINE DELLA PROPOSTA di Trump è quello di spostare sia il potere politico sia svariati miliardi di dollari in fondi federali dagli stati urbani con grandi popolazioni di immigrati, verso Stati rurali e più repubblicani.

Il mese scorso la sentenza di un tribunale di grado inferiore aveva bloccato la proposta definendo illegale il promemoria di Trump che richiede un cambiamento che non ha precedenti; dal primo censimento degli Stati Uniti nel 1790, il numero di residenti viene conteggiato per determinare la quota di seggi al Congresso di ogni Stato ed include sia i cittadini che i non cittadini, indipendentemente dallo stato di immigrazione.

«IL PRESIDENTE ha ripetutamente tentato e fallito nell’utilizzare come arma il censimento per attaccare le comunità di immigrati. La Corte Suprema ha respinto il suo tentativo lo scorso anno e dovrebbe rifarlo di nuovo» ha detto Dale Ho, avvocato dell’American Civil Liberties Union che ha rappresentato con successo questa comunità contro la questione della cittadinanza, ora bloccata, che l’amministrazione voleva includere nei moduli di censimento del 2020.