Con una mossa a sorpresa Donald Trump si è nuovamente pronunciato riguardo la questione dei dazi, che questa volta interessano direttamente l’Ue. «Metteremo una tassa del 25% su ogni auto che arriva dall’Europa», ha detto The Donald anticipando una decisione che era attesa non prima della fine del mese, periodo sarà pubblicata l’indagine dell’amministrazione statunitense sulle tariffe automobilistiche, che servirà a stabilire le linee guida del governo.

Con questo annuncio fatto durante un comizio che Trump ha tenuto in West Virginia, un paio d’ore dopo l’annuncio della dichiarazione di colpevolezza del suo ex avvocato, Michael Cohen, che lo coinvolge, il presidente Usa ha scavalcato i membri della sua squadra. Solo pochi giorni fa, infatti, Wilbur Ross, segretario al Commercio, durante un’intervista rilasciata al Wall Street Journal, aveva parlato di tempistiche allungate, a causa dei negoziati in corso non solo con l’Europa, ma anche con Messico e Canada.

NELL’INTERVISTA ROSS aveva dichiarato che difficilmente nel futuro immediato Trump avrebbe imposto delle tasse sulle automobili, in quanto stando alle raccomandazioni e ad uno studio del Dipartimento del Commercio, questi non sono ancora pronti.

Durante il comizio, invece, il presidente Usa si è riferito espressamente al summit avvenuto a luglio con Jean-Claude Juncker, il presidente della Commissione europea, ed ha affermato davanti alla folla di suoi sostenitori, di avergli detto che la disputa commerciale tra Ue e Usa «è tutta sulle auto». La data in cui questi dazi entreranno in vigore, però, non è chiara. L’idea di Trump è quella di costringere i produttori esteri – tedeschi e giapponesi in primis – ad aprire fabbriche negli Stati Uniti creando posti di lavoro.

I DAZI INFATTI NON colpirebbero la gran parte delle auto Fca visto che l’ex Fiat costruisce la maggioranza dei modelli già negli Stati Uniti e in Canada.

Per molti analisti americani il discorso del West Virginia è un modo nemmeno troppo originale per rimescolare le carte e distrarre l’attenzione da questa presidenza mai così insicura, e non è affatto detto che questi dazi entreranno mai in vigore.

Sembra un po’ confermare questa tesi la dichiarazione arrivata dall’Europa dopo le parole del presidente Usa. Fonti Ue hanno sottolineato che al momento «le due parti sono concentrate sull’attuazione della dichiarazione congiunta concordata dai presidenti Juncker e Trump il 25 luglio». Da quella data in poi i contatti e gli incontri tra Washington e Bruxelles sono continuati sulla linea stabilita e sono avvenuti anche durante questa settimana. Oltre a ciò, sottolineano le fonti, nelle prossime settimane sono previsti anche ulteriori incontri a diversi livelli, e ad inizio settembre si parla anche di un possibile nuovo scambio tra la commissaria Ue al commercio Cecilia Malmstroem e il rappresentante Usa al commercio Robert Lighthizer, a seguito del colloquio telefonico che hanno avuto il primo agosto.

Sempre durante i primi giorni di agosto, si è svolta una conversazione anche tra Martin Selmayr, segretario generale della Commissione Ue e Larry Kudlow, consigliere economico di Trump, con lo scopo di definire come meglio attuare la dichiarazione congiunta del 25 luglio. Solo due giorni fa, invece, si è svolto l’incontro fra Léon Delvaux, consigliere di Juncker al commercio, e un alto funzionario della Dg Commercio, che si sono incontrati a Washington.

LO SCOPO ULTIMO di tutti questi contatti, incontri e discussioni, sia quelli già avvenuti che quelli in corso, è di preparare il terreno per l’avvio dei negoziati commerciali tra Stati Uniti ed Europa sui temi messi nero su bianco nella dichiarazione del 25 luglio.