Un vero e proprio «sistema» che avrebbe permesso di lucrare sull’accoglienza e l’assistenza di migranti minori non accompagnati, persone diversamente abili ed anziani, allo scopo di massimizzare profitti economici che poi venivano reinvestiti in altre attività imprenditoriali. Un’attività che avrebbe permesso agli indagati, in tutto una dozzina di persone, di guadagnare milioni di euro con la fornitura di cibo avariato e letti infestati dalle pulci, ma anche estorcendo denaro in cambio della promessa di un lavoro utile ad avere un permesso di soggiorno.

E’ quanto hanno scoperto le procure di Catania e di Gela al termine di due inchieste che hanno portato all’arresto di 16 persone, 4 in carcere e 12 ai domiciliari. Indagati presidenti e soci di cooperative, con un giro d’affari di oltre 20 milioni di euro, e due funzionari dell’Inps, uno a Catania e l’altro a Sondrio. Contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata alla realizzazione di vari delitti contro la pubblica amministrazione, come quelli di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e di frode nelle pubbliche forniture, nonché i delitti di estorsione e di maltrattamenti. Reati aggravati dall’averli commessi ai danni di soggetti in condizione di minorata difesa, sia per l’età sia per la loro condizione di stranieri.

Le due inchieste sono nate dalle indagini condotte nei mesi scorsi dal commissariato di Gela e dai carabinieri di Catania e che hanno permesso di accertare il sistema messo a punto da lacune cooperative e associazioni impegnate nell’accoglienza di migranti minori non accompagnati.

Perno dell’attività criminale sarebbe stato il risparmio sulle spese di gestione in moda da «accumulare, massimizzandoli, i profitti economici che poi – è spiegato nell’ordinanza della procura etnea – venivano reinvestiti in altre lucrose attività imprenditoriali».
Decisiva perché la truffa procedesse, sarebbe stata la complicità dei due dipendenti dell’Inps che avrebbero evitato di certificare le irregolarità e di comminare le sanzioni in cambio di maggiori entrate per familiari che lavoravano per le cooperative o l’assunzione della moglie di uno dei due. In questo modo ai ragazzi ospitati dalle cooperative veniva fornito cibo scarso e di qualità scadente, a volte persino avariato, e vestiti inadeguati sia estivi che invernali. I ragazzi avevano inoltre a disposizione letti infestati dalle pulci, al punto da essere costretti per lunghi periodi a dormire in terra pur di sfuggire ai parassiti. . Ma non solo. Gli inquirenti hanno infatti accertato un’estorsione messa in atto nei confronti di un ragazzo dal quale i gestori di una delle cooperative avrebbero preteso 400 euro con la promessa di un lavoro che gli avrebbe consentito di ottenere un permesso di soggiorno.

A tirare le fila, secondo l’accusa, sarebbero stati Pietro Marino Biondi, 62 anni, e Gemma Iapichello, 41, entrambi titolari di cooperative che attraverso il sistema illegale messo a punto sarebbero stati capaci di realizzare «una commistione tra controllore e controllato, circostanze dalle quali il sistema anche corruttivo traeva considerevoli vantaggi». Gli altri indagati sono Giuseppe Maria Palumbo, di 61anni, e Francesca Provvidenza Politi, di 33, entrambi agli arresti domiciliari. Su disposizione del Gip di Catania sono stati posti ai domiciliari anche Hatarzyna Eugenia Chylewska, detta «Kasia», di 38, Natale Di Franca, di 59, Paolo Duca, di 50, Clara Favatella, di 36, Giuseppina Foti, di 46, Alessandro Giannone, di 35, Liliana Giuseppina Pasqualino, di 55, Francesca Ventimiglia, di 57. Di Franca e Duca sono rispettivamente dipendenti dell’Inps di Catania e Sondrio. Il Gip di Catania ha disposto il sequestro preventivo di cooperative e associazioni, che nell’insieme, si è stimato, hanno un valore patrimoniale di circa 3 milioni di euro ed un giro di affari di circa 20 milioni di euro.