Chiusa la partita delle Olimpiadi, Raggi assegna le due poltrone rimaste vuote da quando, ormai un mese fa, se ne andò Marcello Minenna. Sono state settimane di selezioni e colloqui, di richieste di curriculum e biografie passate ai raggi x. Di nomine annunciate e poi abortite. Alla fine, la sindaca opta per due soluzioni «interne», due profili diversi ma che vengono entrambi direttamente dal mondo del Movimento 5 Stelle o di alcune sue propaggini: si tratta del commercialista Andrea Mazzillo e dell’imprenditore Massimo Colomban.

A Mazzillo va il bilancio. È il primo membro della giunta a essere riconducibile direttamente al Movimento 5 Stelle romano. «Ho chiesto a Mazzillo di ricoprire l’incarico in giunta non solo per le sue competenze ed esperienze tecniche, ma anche per affermare che il Movimento 5 Stelle mette in campo i suoi più qualificati militanti», dice Raggi annunciando il suo nome. Viene presentato come «esperto di finanza locale», è dipendente di Equitalia in aspettativa. Sarebbe lui uno dei «fedelissimi» entrati in conflitto con l’assessore Minenna fino a spingerlo alle dimissioni.

La sua storia parte da Ostia, il municipio del litorale romano commissariato per mafia che è stato teatro di un durissimo scontro politico tra M5S e Pd. Il capogruppo M5S in Campidoglio Paolo Ferrara, che viene anche lui da Ostia e che è considerato vicino all’oppositrice interna della sindaca Roberta Lombardi, ha contestato a Mazzillo la sua vicinanza al Pd, impedendone la candidatura a consigliere comunale. Durante la campagna elettorale per le elezioni comunali Mazzillo figurava come mandatario elettorale della candidata Raggi. Ma nel 2007 aveva partecipato alle primarie del Pd, in una lista a sostegno della corsa di Nicola Zingaretti a segretario regionale. L’anno successivo si presenta con la Lista Veltroni al municipio XIII, quello di Ostia, diventando anche coordinatore in quel quadrante di Roma della lista civica dell’ex sindaco. Poi entra nella galassia pentastellata. Nella scorsa consiliatura ha lavorato assieme a Daniele Frongia come consulente nella commissione spending review del Campidoglio e ha coordinato il tavolo cittadino del M5S sul bilancio. Di questo tema si è occupato anche come membro dello staff della sindaca (e il suo un compenso di 90 mila euro annui avrebbe dato fastidio a parecchi consiglieri).

La nomina di Colomban rimanda invece ai primi passi del Movimento 5 Stelle, quando il co-fondatore Gianroberto Casaleggio intraprese un tour presso la piccola e media impresa del Nord-Est, per saldare relazioni e definire meglio il blocco sociale dei referenti politici pentastellati. Si legò a Colomban, imprenditore trevigiano che in passato è stato vicino al centrodestra (il presidente veneto Luca Zaia ha subito formulato i migliori auguri per l’incarico) e che di recente ha espresso apprezzamenti per Matteo Renzi.

Dal M5S della sua regione parlano di «orgoglio veneto» e di «eccellenza» a proposito del suo gruppo imprenditoriale. Colomban ha posizioni controverse. È ad esempio a favore della Tav: «Di questo argomento ho voluto parlare direttamente con Casaleggio – diceva qualche anno fa al Corriere Veneto – Avevo il sentore che la posizione No Tav venisse travisata, traducendo la contrarietà agli sprechi con una bocciatura senza appelli dell’alta velocità. Alla fine ci siamo chiariti. Noi vogliamo le infrastrutture e anche loro».

 

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Malumori trapelano da un una chat interna del Movimento 5 Stelle per il fatto che Colomban, scrivono i grillini, sarebbe «comandante onorario della base militare Usa di Aviano». «La sua esperienza ci sarà utile per realizzare il nostro programma sul tema delle società partecipate – promette Raggi – L’obiettivo è razionalizzare le municipalizzate, ottimizzare i servizi per i cittadini ed eliminare gli sprechi».

Il direttorio, o quel che ne rimane, ha appreso della nomina dalle agenzie. Domani quattro componenti dell’organismo di vertice (Ruocco, Sibilia, Di Maio e Fico, assente Di Battista) sono attesi per un’iniziativa a Mirandola, nel modenese. Dovrebbe esserci anche Beppe Grillo, che dopo l’«invito» a tacere sulle faccende romane rivolto nei giorni scorsi a tutti i grillini ha messo le mani avanti: «Sono sicuro che entrambi faranno un ottimo lavoro per realizzare il programma votato dalla stragrande maggioranza dei romani».