Gli ultimi sono arrivati pochi giorni fa, il 29 agosto. Divisi in sei diversi piccoli gruppi sono sbarcati sulle spiagge a sud della Sardegna tra il Sulcis e la provincia di Cagliari: 14 a Porto Pino, nel comune di Sant’Anna Arresi, 5 sono stati soccorsi dalla Guardia costiera a largo di Teulada, come altri 13 intercettati nelle acque di fronte Cagliari. Nella notte, invece altri 4 erano arrivati sempre a Porto Pino seguiti da un gommone con a bordo 13 persone, mentre un’imbarcazione con altre 20 ha toccato terra sulla spiaggia di Su Giudeu, a Domus de Maria. In tutto 69 migranti in 24 ore, tutti algerini, trasferiti nei centri di accoglienza dell’isola. Prima di loro altri arrivi di migranti provenienti dall’Algeria si sono avuti sempre a Sant’Anna Arresi per tutto il mese di agosto.
Sono almeno 800 gli algerini che da gennaio a oggi sono sbarcati in Sardegna, cifra che fa ritenere possibile che entro la fine dell’anno si possano superare i 1.106 arrivi solo dall’Algeria registrati nel 2016. Numeri che hanno spinto il governatore Francesco Pigliaru a scrivere al ministro degli Interni Marco Minniti chiedendogli di «intervenire con le autorità algerine». «Siamo di fronte – scrive il governatore – a un fenomeno che rende ancora più complessa la gestione dei flussi non programmati nella nostra regione, perché impatta pesantemente sul funzionamento di tutte le strutture deputate all’accoglienza ed è in grado di provocare un notevole allarme sociale tra la popolazione».

Secondo i dati del Viminale in Sardegna è presente il 3% dei migranti arrivati quest’anno in Italia, percentuale che già da tempo ha fatto spuntare sull’isola Centri di accoglienza straordinaria come funghi. Strutture spesso inadeguate che rappresentano però vere miniere d’oro per chi le gestisce. E altrettanto malviste dalle popolazioni locali.

Il rischio di allarme sociale di cui parla Pigliaru è infatti più che reale visto l’aumento di atti di intolleranza e di aggressioni nei confronti dei migranti. Centri di accoglienza presi d’assalto come a Burcei, nel cagliaritano, o a Sassari oppure l’incendio con cui è stato distrutto a Cagliari il furgone di un ambulante senegalese. Il 27 luglio a Dorgali si è sfiorata la strage quando durante la notte sconosciuti hanno piazzato un ordigno composto con una gran quantità di polvere da cava davanti alla porta di un altro centro di accoglienza in cui dormivano 64 migranti due dei quali, due ragazzi di 23 anni, sono rimasti leggermente feriti mentre tentavano di scappare dopo l’esplosione.

Un’intolleranza dalla quale non sembra salvarsi neanche la Giunta regionale dove a luglio, a sorpresa, è passato un emendamento dell’opposizione al Testo unico in materia di turismo che vieta incentivi alle strutture turistiche che accolgono i migranti. Quanto basta per spingere il deputato di Articolo 1-Mdp Michele Piras a presentare un’interrogazione a Minniti perché faccia attenzione a quanto sta accadendo sull’isola. «La propaganda xenofoba di alcune forze politiche si sta radicando come un seme velenoso nella società sarda e questo clima di odio si sta diffondendo in maniera preoccupante», denuncia Piras al ministro degli Interni.

Gli arrivi degli algerini rischiano adesso di trasformarsi nel pretesto per nuovi atti di violenza. «Occorre intervenire», scrive Pigliaru al titolare degli Interni che ha già incontrato lo scorso mese di giugno. E al quale adesso chiede di dar vita un lavoro diplomatico «con l autorità algerine per fermare questo traffico» verso la Sardegna.

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