È uno degli effetti collaterali del golpe spurio: i quasi 1000 medici e paramedici cubani in servizio in Bolivia sono dovuti tornare a casa in seguito al le minacce che la loro missione aveva ricevuto dopo la fine della presidenza Morales. Lavoravano in 34 ospedali, 114 centri integrali comunitari, 5 centri oftalmici. E adesso? «Il centro oftalmico di Santa Cruz è chiuso. Chiusa anche un’unità di terapia intensiva alla frontiera con il Brasile. A Vallegrande sulle Ande sono stati ridotti i servizi. A El Alto 23 specialità non hanno più medici. Ora nelle zone più remote le persone devono viaggiare per ore prima di trovare cure»: così i medici rientrati, intervistati da Cuba debate, illustrano i danni.

Il programma era iniziato nel 2005, con le prime operazioni agli occhi compiute dai medici cubani nel quadro dell’«Operazione milagro»: interventi chirurgici che da allora, nella sola Bolivia, hanno curato la vista a oltre 700mila persone, provenienti anche da Brasile, Uruguay e Argentina. Svoltasi anche in molti altri paesi, l’operazione è stata uno dei maggiori successi internazionali della cooperazione messa in atto dall’Alleanza Alba (Alleanza bolivariana per la nostra America), una grane speranza che negli ultimi anni ha perso i pezzi: via l’Ecuador con Lenin Moreno, e ora via la Bolivia.

Nel paese andino durante gli anni Morales sono stati aperti, soprattutto nelle aree rurali, oltre mille nuovi centri per la salute. I medici cubani ne erano spesso un pilastro. marinella correggia