Ormai è chiaro: gli Oasis non ci sono più e i due (litigiosissimi) fratelli non torneranno insieme. L o spettacolo deve però andare avanti e in questo album Noel più solista che mai (lo è sempre stato in realtà) prova a dar sfogo non solo alla parte cantautorale, e prova a flirtare con stili decisamente eterogenei. Così il nuovo lavoro registrato a Belfast, è stato prodotto e supervisionato da David Holmes, conosciuto ai più per la realizzazione delle colonne sonore di Out of Sight e Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh, evidenzia un’attenzione maggiore sul suono e sulla parte musicale in genere. Ma Noel non è John Lennon, né Sting e nemmeno Eric Clapton quindi a parte qualche brano ben riuscito tipo Holy Mountain, Fort Knox, e She taught me how to fly e It’s a beautiful world (dove però sembrano troppe le reminiscenze degli U2…) il resto dell’album procede in maniera claudicante. E non è per caso quindi che il pezzo più completo e riuscito risulti alla fine The man who Built the moon, dove si ritorna allo stile Oasis. Meglio andare sul classico, Noel…
Troppe crepe nel muro di Noel
Note sparse. Delude «High Flying Birds», il ritorno discografico dell'altra metà degli (ex) Oasis
Note sparse. Delude «High Flying Birds», il ritorno discografico dell'altra metà degli (ex) Oasis
Pubblicato 6 anni faEdizione del 6 dicembre 2017
Pubblicato 6 anni faEdizione del 6 dicembre 2017