Ormai è chiaro: gli Oasis non ci sono più e i due (litigiosissimi) fratelli non torneranno insieme. L o spettacolo deve però andare avanti e in questo album Noel più solista che mai (lo è sempre stato in realtà) prova a dar sfogo non solo alla parte cantautorale, e prova a flirtare con stili decisamente eterogenei. Così il nuovo lavoro registrato a Belfast, è stato prodotto e supervisionato da David Holmes, conosciuto ai più per la realizzazione delle colonne sonore di Out of Sight e Ocean’s Eleven di Steven Soderbergh, evidenzia un’attenzione maggiore sul suono e sulla parte musicale in genere. Ma Noel non è John Lennon, né Sting e nemmeno Eric Clapton quindi a parte qualche brano ben riuscito tipo Holy Mountain, Fort Knox, e She taught me how to fly e It’s a beautiful world (dove però sembrano troppe le reminiscenze degli U2…) il resto dell’album procede in maniera claudicante. E non è per caso quindi che il pezzo più completo e riuscito risulti alla fine The man who Built the moon, dove si ritorna allo stile Oasis. Meglio andare sul classico, Noel…