Per singolare coincidenza nelle medesime settimane di luglio due festival hanno proposto al cuore della programmazione due nuovi allestimenti di Tristan und Isolde di Wagner, ingenerando un confronto assai stimolante. Al Festival di Aix en Provence dal 2 al 18 luglio Tristan è andato in scena per la regia di Simon Stone, con Simon Rattle sul podio della London Symphony Orchestra. Stone, che a Aix ha firmato anche l’allestimento di Innocence di Kaija Saariaho, distilla in pochi minuti una narrazione «alternativa» per ciascuno dei tre atti: il loft elegante in cui Isolde scorge suo marito baciare un’altra donna, lo studio di architettura dove Marke sorprende gli amanti, il vagone della linea di metro parigina 11, Marie de Lilas-Châtelet in cui Tristano sanguina a morte anche se sul finale la coppia borghese d’incanto si ricompone e Isolde abbandona il marito per Melot.

UN’INCONGRUA sovrascrittura che non incrina la resa musicale, con la vicenda comunque illustrata dai panorami delle vaste vetrate, protese sul mare d’Irlanda, sulla notte di Cornovaglia, i prati e tratti di mare che sfilano fuori dal vagone del metro. Simon Rattle innervava sin dal preludio la fluidità del racconto con una densità sonora elettrizzante nella percezione diretta in sala esaltando le prestazioni di Nina Stemme, Isolde folgorante, di Stuart Skelton, Tristano d’intensità, peso vocale e tenuta ammirevoli e di Franz-Josef Selig, Marke umanissimo; ottima la coppia ancillare Kurvenal – Brangäne, Josef Wagner e la torrenziale Jamie Barton. Un flusso in evoluzione costante che con sapienti soluzioni di varietà coloristica restituiva nel primo atto la passione ferita di Isolde, la vertigine inebriante dell’estasi d’amore del secondo, lo strazio di Tristan e la dissoluzione catartica nel finale. Diversa dalla supernova sonica di Rattle la mappatura notturna, pulviscolare, traversata da subitanei spasmi di dolorosa tensione che Kirill Petrenko disegna fino al 31 luglio nella sua conclusiva apparizione da titolare al Bayerische Staatsoper, con i complessi del teatro, per la regia d’impianto solispistico-suicidario di Krzysztof Warlikowski. Atto dopo atto la partitura wagneriana pare quasi ardere dall’interno e consumarsi sulla scena, mentre si confrontano il Tristano tormentato di Jonas Kaufmann, qualche fatica in acuto ma fraseggio irresistibile e Ania Harteros, Isolde altera dalle argentee espansioni vocali, al debutto nelle due parti. Kurvenal e Brangäne di gran classe Wolfgang Koch e Okka von Damerau, solo belle note per il Marke di Mika Kares. Gioiosi festeggiamenti del pubblico a Aix, deliquio e commozione a Monaco di Baviera.