Più che una cerimonia, la consegna dei Grammy Awards, l’equivalente degli oscar per la musica negli Stati uniti, è un happening spettacolare che mescola musica, danza, sketch e anche polemiche a sfondo politico. E non si è sottratta al clichè la 58/a edizione che si è svolta allo Staple Center di Los Angeles.

Va detto – ad onor vero – che la vera trionfatrice anche se non aveva dischi in promozione, è stata Lady Gaga nel suo omaggio a David Bowie. In sei minuti e dieci secondi ha concentrato – con a fianco uno straordinario Nile Rodgers – la carriera del duca bianco. Taglio e color rosso acceso per richiamare gli anni di Diamond Dogs e poi make up digitale, video e ologrammi a raccontare visivamente alcuni dei pezzi più toccanti della carriera di Ziggy. È stato poi un tripudio di duetti originali, tributi e qualche polemica.

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Sugli scudi ovviamente i vincitori, protagonista Kendrick Lamar, undici delle nomination si sono trasformate in cinque grammofoni, sbancando in quasi tutte le categorie rap con To Pimp a Butterfly. L’inglesino dai capelli rossi del West Yorkshire, Ed Sheeran, si è portato a casa il premio per la migliore canzone Thinking Out Loud, mentre a Taylor Swift è andato il Grammy per il migliore album dell’anno, con 1989, unica donna – narrano le statistiche – ad essersene portate a casa due volte. La Swift ha polemizzato a distanza – con molta signorilità, con Kanye West che l’ha insultata in una strofa di un suo recente brano.

Performance pop duo e miglior registrazione, i due Grammy conferiti a Uptown Funk, geniale miscuglio di soul di vecchia scuola, funk electro opera di Mark Ronson e su cui Bruno Mars ha prestato la voce. Miglior pezzo dance è Where Are You now del curioso trio formato da Justin Bibier, Skrillex e Duplo.

Migliore performance rock è stata giudicata quella degli Alabama Shakes (la vocalist Brittany Howard è una forza della natura), con Don’t Wanna Fight, che ha vinto anche come migliore canzone rock e al bum alternativo (Sound & Color). Ai Muse è andato invece il Grammy per il migliore album rock, Drones. Spazio anche agli incidenti, alla povera Adele una pessima amplificazione e un difetto del microfono hanno vanificato l’esibizione sulle note di All I Ask, condita da due clamorose stecche.

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E poi i tributi alle troppe pop e rock star morte in questi ultimi mesi. Oltre a Lady Gaga/Bowie, un omaggio a Glenn Frey degli Eagles e a B.B. King. Celebrato – ma è vivo e vegeto – Lionel Richie, che ha eseguito le sue hit più celebri. Sul palco si è esibito poi Kendrick Lamar, che ha regalato una performance molto polemica e politica centrata sui problemi degli afroamericani, presentandosi durante lo show vestito da galeotto in catene.