Proteste per l’obbligo di green pass in azienda. Un nuovo caso è scoppiato ieri ancora nel torinese, alla Trilix di Nichelino, azienda di progettazione per l’automotive (gruppo Tata Motors). La Fiom accusa: la dirigenza ha comunicato via mail agli 80 dipendenti che al rientro da un periodo di ferie superiore alla settimana dovranno recarsi all’ufficio personale per esibire il pass o un tampone negativo eseguito, a proprie spese, nelle ultime 48 ore.

«Si tratta – denuncia il sindacato – di una grave violazione della legge e delle norme a tutela della privacy (con costi dei tamponi in capo ai lavoratori) che segnaleremo al Garante della privacy. È vietato alle imprese accedere alle informazioni sanitarie dei dipendenti mentre, in assenza di una legge sull’obbligo vaccinale per i lavoratori dell’industria, è illegittimo condizionare l’ammissione al lavoro sulla base del green pass».

La Fiom ribadisce che «nessuna legge prevede oggi alcun obbligo vaccinale né l’obbligo di esibire alcuna certificazione per recarsi al lavoro o per accedere al servizio mensa, che non rientra tra i pubblici esercizi di ristorazione e si svolge nel rispetto dei protocolli di sicurezza Covid. Il vaccino è sicuramente un utile strumento per la tutela della salute ma un eventuale obbligo generale può essere disposto solo dalla legge».

Mercoledì a protestare erano stati i dipendenti della Hanon Systems, ditta di componenti elettronici di Campiglione Fenile con 600 addetti: l’azienda ha deciso di chiedere il pass per accedere alla mensa. Chi ne è privo dovrà andare in un tendone nel piazzale della ditta. Ieri c’è stato un incontro tra i delegati sindacali di Fim, Fiom e Uil e la direzione: «L’azienda ha scaricato la responsabilità sull’impresa che gestisce la mensa – ha raccontato Davide Provenzano della Fim – ma è proprio la Hanon Systems che ha affidato il servizio a quella ditta. Quegli stessi lavoratori a cui si chiede il pass hanno lavorato in piena pandemia, prima delle vaccinazioni. È una forzatura rispetto al dl che di mense non parla». Oggi previste due ore di sciopero alla fine di ognuno dei tre turni.

Acque agitate anche nel mondo della scuola. Ieri pomeriggio si è tenuto un incontro tra le sigle sindacali e il capo dipartimento dell’Istruzione, Jacopo Greco, sul nuovo protocollo sicurezza, su cui non c’è l’accordo e quindi ancora niente firma. Lontane le posizioni su pass, distanziamento e tamponi. Dubbi sui controlli: a chi spettano e il personale amministrativo potrà farli? Per i sindacati, poi, sarebbe necessario un passaggio al Garante della privacy. Se ne riparlerà dopo ferragosto. «Nulla di fatto – il commento della Flc Cgil -. Chiediamo che sia garantito il distanziamento, per le scuole è necessario avere indicazioni chiare soprattutto rispetto alla vaghezza del parere del Cts del 12 luglio scorso. È necessario garantire il finanziamento dell’organico aggiuntivo Covid fino alla fine dell’anno scolastico, a garanzia della continuità didattica, e almeno nella stessa misura assegnata nel 2020-2021». La Flc chiede anche tamponi gratuiti e trasparenza nel monitoraggio dei contagi.

L’Anief ieri ha confermato l’intenzione di proclamare uno sciopero alla riapertura degli istituti: «Siamo pronti a partire con i ricorsi contro il green pass. La scuola sta per iniziare non in sicurezza – ha spiegato Marcello Pacifico -. Chiediamo di sdoppiare le classi perché non è possibile mantenere il distanziamento necessario per le norme anti Covid. Inoltre il decreto Sostegni bis non ha risolto il problema del precariato: l’anno inizierà ancora con il record di precari».