In piazza Unità, martedì, hanno dormito in pochi ma già la sera prima la folla si era diradata forse perché non era stato possibile rimontare il palco che martedì ne aveva fatto una discoteca, con tanto di vallette che presentavano gli interventi di «uomini liberi». Alla mattina il risveglio avvicina mano a mano più gente; si prega San Giorgio uccisore di Draghi e il lungo «Om» di saluto al sole (che non c’è). Ripartono i tamburi, il ritmo trova l’eco nelle strade laterali, dicono sia per avvicinare la gente e per svegliare dall’ipnosi i poveri ignari che si sono fatti abbindolare da una pandemia che non c’è.

A GIRARE tra quel abbondante migliaio di veneti, emiliani, toscani, meridionali e triestini (suvvia, qualche triestino c’è) si vedono molti giovani, sacchi a pelo arrotolati, qualche capigliatura “rasta”, qualche passeggino con bimbi piccolissimi. Hanno l’aria di bravi cittadini, fieri della loro vita sana, yoga, meditazione, solo cibo biologico. Non sono costretti ad andare al discount per comprare porcherie, sanno da anni che i politici raccontano bugie e i giornali sono i loro servi e la televisione non ce l’hanno perché è ordigno malsano. Cinque uomini si tengono per mano, vicinissimi, una donna al centro parla sottovoce, il loro rito prima di affrontare il nuovo giorno.

C’è la santona affondata in una poltrona rossa, occhi chiusi da trance, lumini e santini intorno, qualcuno arriva e lascia un’offerta. Su un altro divano due uomini salutano sorridendo e bevono birra. Un po’ isolato Gianluigi Paragone con un suo gruppo che guarda intorno con aria scura: poco megafono qua in piazza perché molti hanno mugugnato contro la presenza di politici, comunque resta fermo nell’idea che lo sgombero del varco portuale di lunedì sia stata la locale piazza Tienanmen. Gruppetti di signore arrivano con rifornimenti di acqua e pacchi di cibo, ci sono sedie da giardino e tavolini da campeggio.

ANNUNCIANDO la manifestazione per venerdì pomeriggio, Dario Giacomini, radiologo sospeso, no vax e già candidato nelle liste di Casapound, sollecita la folla: «Stasera guardate negli occhi i vostri bambini e chiedetevi: è questo il futuro che voglio lasciarvi?» «Noooo!», urla la folla e parte lo slogan «Giù le mani dai bambini». Forse hanno letto su fb che il vaccino lo fanno con i feti vivisezionati. Stefano Puzzer legge emozionato la «fantastica» lettera arrivata da monsignor Viganò, quello che Papa Francesco sarebbe l’Anticristo: «Siamo tutti cavie, oggetto della sperimentazione di massa imposta dalle case farmaceutiche ai loro servi nelle istituzioni». Grandi manifestazioni di assenso. «Vogliono distruggere il nostro mondo, la nostra cultura, la nostra Religione», quasi un boato, applausi. «La Gerarchia ecclesiastica è asservita anch’essa al Nuovo Ordine Mondiale». Qualcuno si fa il segno della croce, ovazione. «La vostra arma, un’arma terribile e potentissima, deve essere il Santo Rosario. Invocate la Vergine Santissima, impugnate la Corona benedetta!». Uno scroscio di applausi e compaiono i rosari: molti in ginocchio, la piazza prega. Arriva la senatrice ex 5S Granato anche perché non può più entrare a Palazzo Madama non avendo il green pass.

INTANTO IL FRONTE organizzativo, se mai c’è stato, continua a frantumarsi: i portuali si dissociano e, quei pochi che c’erano, spariscono dalla piazza, il neo consigliere comunale no vax comunica che 3V non parteciperà alla manifestazione. Comunicati di poche righe in un marasma di messaggi contraddittori. Manifestazione anche venerdì mattina e poi sabato, vogliamo qui anche il ministro Speranza non solo Patuanelli, vogliamo Draghi in persona, inutile incontrare questi bugiardi.

È diventato fino in fondo un problema di ordine pubblico, sarà una manifestazione, o due o tre, senza servizio d’ordine, senza testa e senza autorizzazione. Arriverà comunque la marea umana annunciata? Anche i “black bloc”? Il Prefetto parla di «massima allerta» e, nella tarda serata di ieri ritira ogni autorizzazione a manifestazioni. Comunque i commercianti annunciano chiusure protestando per il vulnus sull’immagine di Trieste già prodotto da questi giorni di caos, il sindaco protesta vigorosamente, musei biblioteche e spazi espositivi chiusi per il weekend, albergatori e guide turistiche sul piede di guerra per le tante prenotazioni cancellate. I triestini, abituati ad affidarsi ai capricci del clima, soddisfatti dalla pioggia sottile ma fitta che comincia a cadere, invocano la bora, quella scura, quella cattiva, quella che nessuno può sognarsi di girare per strada.