Il Presidente del Friuli-Venezia Giulia è in prima fila per «riaprire tutto subito» e sfoggia i dati per dimostrare che la sua è la meno colpita da covid-19 tra le Regioni del nord Italia. Sarà anche così, nel confuso balletto di dati cui assistiamo da mesi. Quello che certamente Fedriga non dice è che nella sua «fortunata» Regione c’è un buco nero: a Trieste, a oggi, il numero dei contagi e dei decessi continua a salire. Perché? Qualcosa in questi giorni si è cominciato a capire e ha dell’incredibile.

A TRIESTE LE CASE DI RIPOSO si sono moltiplicate negli ultimi anni e si stima che gli anziani ospiti siano 3.800. Cos’è successo all’arrivo di covid-19? Il contagio ha fatto presto ad entrare in quasi in tutte, a colpire ospiti e operatori e poi a diffondersi ancora. Reazioni? Nessuna, nessuna indicazione particolare, niente interventi mirati.

Oggi si impara che, nella stragrande maggioranza dei casi, i pazienti contagiati sono rimasti dov’erano: senza distanziamenti personali, senza sufficienti dispositivi di protezione individuali e tutto il corollario di orrori già visto altrove in Italia. I tamponi? Al 12 aprile solo per il 15% tra anziani e personale e, pur davanti a un tondo 50% di positivi, poco cambia: al 6 maggio i tamponi riguardano il 47% degli ospiti con il 22% di contagiati. E c’è di più: fino a oggi, dopo 150 morti, la gran parte degli anziani contagiati sono ancora esattamente lì dov’erano.

FEDRIGA E L’ASSESSORE alla salute Riccardi, tirano finalmente fuori la soluzione: gli ospiti delle Rsa positivi al covid-19 li mettiamo tutti su una nave!

Succede il 17 aprile: l’assessore Riccardi annuncia che ci sono 150 anziani con covid da trasferire dalle Rsa e che, siccome a Trieste non ci sono strutture adeguate, «allora prenderemo esempio da Genova». La reazione della città è unanime: follia, vergogna, scandalo.

In campo politico si moltiplicano le prese di posizione contrarie di tutte le opposizioni al centro-destra ma c’è qualche mugugno anche tra le fila della compagine di governo. Il Consigliere Russo, già senatore Pd, presenta una raffica di interrogazioni ma Fedriga e Riccardi tirano dritto facendosi scudo dell’appoggio dell’Azienda sanitaria.

STESSO 17 APRILE: UNA RSA offre 82 posti in locali vuoti e sanificati (55 euro al giorno a persona) e altre fanno sapere di avere già dato la loro disponibilità ma secondo la Regione i posti sono troppo pochi rispetto al fabbisogno e, dunque, meglio continuare a lasciare gli anziani dove sono: sarà la nave a risolvere una volta per tutte. Il Presidente Federalberghi ribadisce l’offerta di 400 posti già segnalata, dice, da settimane (40 euro giornalieri a persona), nessuna risposta ma «imparo dai giornali che pensano ad altro!». Viene messo a tacere con un capitolato e richieste tecnico-logistiche impossibili da realizzare in pochi giorni; la Regione dichiara che non c’è tempo e che, allo stato, non ci sono alberghi adeguati.

LA NAVE È UN TRAGHETTO della Gnv vecchio di più di trent’anni, comprato l’anno scorso dalla dublinese Icg per poco meno di trenta milioni di euro (ah, sì, con rate in scadenza nel 2025). Nel 2019 ha coperto la tratta Genova-Olbia. A curiosare tra i commenti su tripadvisor o trustpilot passa la voglia: tra mancanza di manutenzione e sporcizia, il quadro è desolante.

Ma, ovvio, prima di arrivare a Trieste, la Gnv «Allegra» sarà rimessa a nuovo, assicura la Regione, anche se non mostra il capitolato proposto a Gnv e non racconta come i loculi con finestrini sigillati diventeranno confortevoli camere da Rsa o come una nave ferma con i motori accesi potrà produrre un qualcosa di diverso da un pessimo impatto ambientale (a proposito: consumo stimato 12 tonnellate di gasolio al giorno). Il 3 maggio l’assessore Riccardi comunica orgoglioso «anche il Governo appoggia la nostra idea della nave» e parla di più di 4 milioni di euro assegnati allo scopo.

Non è proprio così: la Protezione Civile si è limitata a prendere atto che la Regione, in quanto soggetto attuatore per l’emergenza covid, intendeva utilizzare una nave e nell’autorizzare la spesa (non per quattro ma per due milioni e mezzo) ha chiesto una valutazione «in ordine all’utilizzo della predetta soluzione in luogo di soluzioni alternative e circa la procedura da porre in atto anche al fine di assicurare la convenienza economica della soluzione adottata».

IL COSTO DELLA NAVE SARÀ di un milione e duecentomila euro al mese. In Regione si parla di sei mesi: fanno sette milioni e duecentomila euro per far convivere anziani malati, chiusi da soli nelle cabine, con le inevitabili vibrazioni e i rumori di una nave.

ANCHE SUL PERSONALE da dedicare all’assistenza sembrano tante le incongruenze e le criticità di questa poco trasparente vicenda, a cominciare dalla manifestazione d’interesse della Azienda sanitaria pubblicata il 22 aprile mentre la ricerca conseguente di personale infermieristico e Oss era già visibile cinque giorni prima sul sito della aggiudicataria, così si autodefinisce, onlus Arkesis.

Comunque il personale, di questi tempi, è molto difficile che si trovi e forse è anche per questo che «Allegra» è ancora ferma a Napoli mentre già si sussurra di badanti ucraine, magari con zero esperienza, da impiegare sulla nave in supplenza di professionalità non reperite.

UNA VICENDA, QUESTA, per cui varrebbe la pena chiedere l’accesso a un lungo elenco di atti.
Per ora, un po’ di carte le vuole vedere la Capitaneria di Porto che scrive a Fedriga, all’Autorità portuale, all’Azienda sanitaria e al Prefetto segnalando «rilevanti criticità» e dichiarando di essere «tuttora in attesa della documentazione richiesta il 29 aprile». I cittadini raccolgono firme, le opposizioni in Consiglio Regionale chiedono un confronto serio in Commissione salute e qualche interrogazione arriva anche in Parlamento. La figlia di un ospite di una Rsa, sola davanti al palazzo della Regione grida «pensate di favorire gli amici armatori ammazzando i vecchi!» mentre il Presidente Fedriga, in conferenza stampa, dice convinto «la nave arriverà, questione di giorni».