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Trentino, abbattuta l’orsa Kj1. Gli animalisti denunciano Fugatti

Trentino, abbattuta l’orsa Kj1. Gli animalisti denunciano Fugatti

Ambiente Anche il ministro Pichetto Fratin prende le distanze: «La soppressione di singoli esemplari non è la soluzione». L’animale ha avuto almeno sette interazioni con l’uomo, l’ultima il 16 luglio

Pubblicato circa 2 mesi faEdizione del 31 luglio 2024

In Trentino ieri è stata ammazzata un’altra orsa: «È stata data esecuzione al decreto firmato dal presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, che prevedeva il prelievo dell’esemplare di orso Kj1 tramite abbattimento» spiegava un comunicato. A intervenire è stata una squadra del Corpo forestale trentino che è «entrata in azione nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’animale era stato localizzato attraverso il radiocollare». L’ente assicura che KJ1 era un esemplare pericoloso, secondo la scala del Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (Pacobace): l’animale è risultato responsabile di almeno 7 interazioni con l’uomo, l’ultima delle quali, lo scorso 16 luglio, si era conclusa con ferite agli arti ai danni di un escursionista francese, trasporto in ospedale ma non in gravi condizioni. Sono 62 gli orsi trentini uccisi, catturati o scomparsi negli ultimi 23 anni secondo le stime del movimento StopCasteller.

SECONDO LA PROVINCIA, la pericolosità sarebbe stata attestata anche dagli esperti dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, «confermando la necessità di rimuovere l’orsa (classificata ad «alto rischio») al più presto». Senza negare la pericolosità dell’esemplare, il responsabile fauna di Ispra, Piero Genovesi, ribadisce: «Il Piano d’azione prevede sempre per i comportamenti potenzialmente pericolosi come quelli di KJ1 tre possibili opzioni: il monitoraggio rafforzato, quindi catturare, mettere un radiocollare e spostare l’animale, la cattura per la captivazione permanente oppure l’abbattimento. Quale di queste tre opzioni si decide di applicare è una decisione più politica e quindi è l’amministrazione che decide. Noi verifichiamo solo la congruenza con la tabella Pacobace». Nessun livello di pericolosità prevede come unica soluzione l’abbattimento. Il turista francese che sarebbe stato aggredito dall’orsa ha avuto danni abbastanza limitati anche perché ha seguito i comportamenti corretti nel caso di incontri.

A PRENDERE LE DISTANZE da Fugatti, ieri, non sono state solo le associazioni animaliste e ambientaliste, come la Lav, l’Enpa o il Wwf, ma anche il ministro dell’Ambiente, Pichetto Fratin: «L’ho già detto al presidente Fugatti: la soppressione dei singoli orsi non è la soluzione del problema. Comprendo lo stato d’animo degli amministratori e della popolazione ma viviamo gli effetti di un errore del passato, dovuto a un’incauta scelta di sfruttamento turistico dell’immagine dell’orso in Trentino, compiuta 25 anni fa. Certamente una via da percorrere è la sterilizzazione e ci stiamo lavorando con Ispra. Ma questa misura, se non accompagnata da un’opera di corretta informazione e da nuove azioni concordate con le amministrazioni, rischierà di essere insufficiente. Sicuramente ribadisco con forza che la soppressione non può rappresentare la prima e unica soluzione».

LA LEGA ANTIVIVISEZIONE, in prima linea contro Fugatti per l’accanimento nei confronti dei grandi carnivori, che ha avuto il suo apice durante l’ultima vittoriosa campagna elettorale per la rielezione, sottolinea che il presidente avrebbe «aggirato vergognosamente anche le indicazioni del Tar, appellandosi alla “leggina” provinciale che consente di uccidere fino a 8 orsi l’anno, corroborato da Ispra, che venerdì scorso aveva espresso un parere non negativo all’uccisione. Questa persecuzione è anche il risultato di un’autonomia differenziatissima». Il tribunale amministrativo, spiega l’associazione, aveva già bloccato due ordinanze di uccisione emanate dalla provincia nel giro di due settimane, sospendendo il giudizio fino al 5 settembre, suggerendo all’amministrazione trentina di intraprendere altre strade, assolutamente non violente, per evitare altri incidenti e tutelare cittadini e turisti presenti sul territorio.

UNA FRA TUTTE, il monitoraggio degli spostamenti dell’orsa, grazie all’applicazione del radiocollare, e la chiusura di alcuni sentieri mirati. Ecco perché la Lav, annunciando l’intenzione di denunciare il presidente trentino, parla di «uccisione non necessitata: siamo in lutto e molto preoccupati per i cuccioli di Kj1». Sono tre, hanno tra i sei e i sette mesi. E – spiega Ispra – possono sopravvivere anche senza la mamma, se lasciati in natura.

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